Parla il capitano argentino della Fiorentina: “Spero di tornare presto ad indossare la fascia di Davide. Siamo un bel gruppo”
German Pezzella, capitano della Fiorentina, parla così a Sport Week, inserto della Gazzetta: “I primi sintomi? Ho avuto la febbre. Ovviamente mi sono subito confrontato con i medici del club e dopo aver fatto il tampone ho scoperto che ero stato contagiato”. Paura? “Sì, non lo nego. Per quanto fossi seguito dallo staff medico della Fiorentina, un po’ di preoccupazione c’è stata. Mia moglie? Anche lei era preoccupata. Così come il resto della mia famiglia. Però, nel frattempo, tutti mi facevano coraggio. Mi sono stati di grande aiuto e conforto”.
VIRUS. “Come ho contratto il virus? Non lo so. Quando ho iniziato ad avere i primi sintomi ho immaginato subito che potessi essere positivo. D’altra parte altri miei compagni di squadra erano stati contagiati”. Dybala ha detto che durante la malattia si stancava dopo pochi passi: “Io ho avuto altri sintomi. Mi sentivo molto stanco, come quando si ha una brutta febbre. Ma è stato tutto accettabile”. Paura di essere ricoverato in ospedale? “L’ho messo in preventivo, però sinceramente non ci ho mai pensato più di tanto”.
SOSTEGNO DEL GRUPPO. Parlava con Vlahovic e Cutrone, gli altri viola contagiati? “Certo. Abbiamo una chat comune con la squadra. Quindi sono stato sempre in contatto con i miei due compagni e con tutti gli altri. Siamo un bel gruppo. Abbiamo cercato di distrarci prendendoci in giro anche nei momenti difficili. Un atteggiamento che è stato di grande aiuto. Così fanno i gruppi affiatati e la Fiorentina ha un gruppo veramente molto unito”.
COMMISSO. “Il presidente è una persona straordinaria, un uomo vero. Si è preoccupato da subito per me, mi ha chiamato quasi ogni giorno per sapere come stavo. Lui ha a cuore non solo la Fiorentina, cerca di far del bene a tutti. Lo dimostra ‘Forza e Cuore’ che è stata messa in piedi per sostenere tutti coloro che sono in prima linea contro questo terribile virus”.
IACHINI. “Anche lui mi è stato davvero vicino. Iachini è un martello sul campo, ma in questo caso si è preoccupato molto per me. Mi ha chiamato di continuo, si è interessato se avessi bisogno di qualcosa. Ringrazio anche lui per la vicinanza. Commisso, Iachini e i compagni non mi hanno fatto mai sentire solo”.
NIENTE ‘FESTA’. Festeggiare la fine della positività? “C’è veramente poco da festeggiare. C’è gente che ancora si ammala, ci sono molte persone che purtroppo stanno ancora morendo. Mi sono tolto un peso sapendo che non sono più positivo ma potrò festeggiare solo quando la vita, quella di tutti, potrà tornare alla normalità. E non ci saranno più vittime”.
GIORNATA-TIPO. Giornate in isolamento? “Al mattino dopo colazione faccio allenamento. Dopo mi rilasso un po’ prima di un altro allenamento. Nel tempo libero guardo qualche film o serie tv. Cerco di leggere e anche di cucinare”.
DAVIDE. Pensare ad Astori? “Certo. Penso a Davide ogni giorno. È una presenza fissa e quotidiana nella vita di tutte le persone che lo hanno conosciuto da vicino. Penso che anche lui mi abbia dato la forza per superare questo periodo. Noi giochiamo per lui. Io porto al braccio la sua fascia e spero di poter tornare presto a indossarla sul campo. Per portare Davide con me nelle future partite”.
Di
Redazione LaViola.it