German ritroverà i rossoneri, la squadra più vicina a lui nel mercato estivo. Con una proposta che però non convinse Pradè
“Se ci fosse stata un’offerta congrua, come successo con Chiesa, anche Milenkovic e Pezzella sarebbero partiti. Quello che ha portato il mercato non è stato congruo, proveremo a rinnovare i contratti altrimenti li venderemo il prossimo anno. Per Pezzella abbiamo avuto dall’agente solo l’offerta del Milan, un prestito, alle 18 di ieri sera“. Così parlò Daniele Pradè nella classica conferenza a fine mercato estivo. A posteriori, ma in realtà anche in quei giorni, una situazione non certo idilliaca per affrontare una stagione che poi si è rivelata (e si sta rivelando) tremendamente complicata. Anche a causa di disattenzioni e amnesie dei singoli in questione che hanno fatto perdere punti importanti.
LA STAGIONE PIU’ COMPLICATA. “In tutto questo tempo si sono dette tante cose su di me, false. Il direttore è stato chiaro su quello che è successo, ma io non ho mai chiesto una via d’uscita. E chi mette in dubbio il mio impegno per la mia assenza in queste partite, non mi conosce neanche un po’, e non si è informato su l’infortunio che ho subito, che mi ha impedito di giocare queste 3 partite e di difendere la mia nazionale”, chiarì lo stesso Pezzella poche ore più tardi. Una stagione parecchio difficile per German, di sicuro sportivamente la più complicata da quando è a Firenze, iniziata appunto con quell’infortunio nell’ultima amichevole pre-campionato. Cinque le partite saltate nelle prime sette di campionato, con quel gol allo Spezia prima del nuovo infortunio con l’Udinese. Poi sempre in campo, ma non sempre in condizione ottimale. Con diversi errori individuali, anche pesanti. Caicedo che lo beffa con la Lazio, la lettura errata sul gol di Belotti con il Torino. All’andata col Milan, nella ricorsa a Saelemaekers dopo un’uscita alta, fu lui a commettere il primo rigore. Ma non solo. Anche altre amnesie o interventi ‘blandi’ che poi sono costati meno cari.
DA CAPITANO. In molti hanno provato a spiegare questo calo di rendimento proprio con la condizione di ‘precario’, con riferimento anche a quell’offerta estiva del Milan. Lui, però, è sempre andato avanti da professionista. Del resto, sull’impegno e l’atteggiamento da capitano, nell’ambiente viola nessuno ha mai avuto dubbi. Neanche Prandelli: “Avessimo 5-6 Pezzella, lotteremmo per lo scudetto”, disse Cesare. Non rinunciando mai all’argentino. Se lo avesse visto ‘staccato’ di testa, anche solo di un millimetro, lo avrebbe tenuto fuori, come ha fatto con Castrovilli, Amrabat e non solo.
PASSATO E FUTURO. Domenica quindi Pezzella sarà di nuovo al suo posto. Al centro della difesa viola. Di fronte, quel Milan che lo avrebbe voluto in estate. E quel Pioli con cui si è creato un legame indissolubile, nel nome di Davide. Lui, German, quella fascia DA13 ce l’ha sempre al braccio. E la porterà con orgoglio fino a fine stagione. Poi la sua strada e quella della Fiorentina sono destinate a separarsi, con un rinnovo che non è più arrivato. Ma prima c’è da rincorrere la salvezza. Per lasciarsi senza traumi.
Di
Marco Pecorini