Contro la Lazio ottima prestazione del portiere arrivato a Gennaio Terracciano. Lafont intanto prosegue il percorso di crescita
Il debutto in maglia viola di Terracciano è stata assieme a Muriel e Mirallas una delle poche note positive della gara contro la Lazio. Ok, forse sul tiro di Immobile che ha sbloccato la gara in favore dei biancocelesti, il numero 23 viola poteva fare qualcosa di più che guardare e basta la traiettoria dell’attaccante di Inzaghi, senza però probabilmente avere reali possibilità di negare la gioia del gol all’ex Toro e Dortmund. Ma è innegabile il fatto che senza i suoi interventi la Lazio avrebbe potuto ampiamente chiudere il discorso partita già nel primo tempo. Decisivo proprio su Immobile, ed in almeno in un altro paio di circostanze.
Tanto da aver portato diversi tra tifosi ed addetti ai lavori ad aver azzardato l’ipotesi di poter riconfermare proprio l’ex Empoli nell’immediato futuro. Già da Cagliari, venerdì. Ed il dibattito si è aperto.
Terracciano perché sì-Lafont perché no: perché il primo ha mostrato maggior sicurezza, sensazione che non trasmette sempre il francese. Oltre ad uno stile sicuramente più da estremo difensore puro, frutto dell’esperienza che il francese non ha. Ed anche perché Lafont non sembra essere ancora migliorato sulle uscite, sulle respinte corte e/o spesso centrali, e con il gioco con i piedi. E se pur vero che ormai la via dell’Europa pare compromessa per la squadra di Stefano Pioli, almeno in campionato, è altrettanto vero che una società come la Fiorentina non si può permettere di andare in campo a regalare niente con l’obbligo di schierare sempre chi offre maggiori garanzie. E Lafont se non è al meglio dopo il problema alla caviglia rimediato a Bergamo può anche stare a guardare anche a Cagliari per riprendersi e tornare al top durante la sosta.
Terracciano perché no-Lafont perché sì: Terracciano non è di proprietà della Fiorentina che deve valorizzare e far crescere Lafont. E la carta d’identità dice 1999 per il francese contro 1990 per il collega di reparto. Ed il francese ha grandi margini di crescita, per un percorso di miglioramento che trattandosi di un portiere non può passare da altri metodi se non dal lavoro quotidiano ma soprattutto nel giocare praticamente sempre. D’altronde non si gioca in Ligue 1 da titolare per caso ancora minorenne, e non si è nel giro delle nazionali giovanili francesi se qualcuno non ci ha visto in lui grandi potenzialità e qualità.
Dibattito e ballottaggio che offrirà più garanzie che problemi, a Pioli, in questo finale di stagione. Perché Terracciano ha dimostrato di essere affidabile, anche se si tratta di una sola partita, e la concorrenza non può far altro che bene a chi fin qui è sempre stato titolare inamovibile con ampie possibilità di sbagliare come Lafont. Che comunque resta il numero uno. Senza se e senza ma. Con però un po’ di sana competizione interna che non potrà far altro che bene allo stesso francese. Il cui percorso di crescita è solo agli inizi. Intanto, Terracciano c’è. A differenza di Dragowski, che quando è stato chiamato in causa d’improvviso, dopo mesi di panchine, non ha avuto lo stesso impatto positivo che ha avuto l’ex Empoli.
Di
Gianluca Bigiotti