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Per Pioli sfida speciale contro la Fiorentina. Spera di poter essere in panchina

Pioli

Per Pioli con i viola è una sfida speciale. Gli sms da Firenze in vista della gara di domani: tanto vincete facile

C’è un uomo solo al comando e il suo nome è Stefano Pioli. Chissà se, da amante del ciclismo, guardando la classifica il mister avrà pensato a quella frase che, nel 1949, uscì dalla voce di Mario Ferretti, entrò nelle case degli italiani, e non ne uscì più. Scolpita, per sempre, nella storia dello sport italiano. Era la Cuneo-Pinerolo. Una tappa resa leggendaria da Fausto Coppi. Lo scrive il Corriere Fiorentino.

Dura fare paragoni tra calcio e ciclismo ma, se l’ex allenatore della Fiorentina dovesse davvero portare il Milan allo scudetto, sarebbe qualcosa di molto simile a quel capolavoro. Difficile. Eppure, dopo otto giornate, davanti a tutti c’è proprio la squadra di Pioli: sei vittorie, due pareggi, diciannove gol fatti, e soltanto otto subiti. Un cammino da record iniziato, per la verità, quando si è ripreso a giocare dopo la lunga pausa imposta dal Covid 19 la primavera scorsa. Da quel momento, Ibra e compagni, non hanno più perso in serie A, e hanno fatto più punti di tutti.

Pioli non cerca vendette. E non lo sentirete mai dire niente contro una squadra e una città che saranno per sempre la sua «seconda casa». Perché Pioli a Firenze ci ha lasciato il cuore ed è pieno di amici che, in questi giorni, non fanno altro che «gufare».

«Avete già vinto, non c’è partita», gli scrivono. Lui incassa e tra un tampone e l’altro incrocia le dita. E’ ancora positivo al coronavirus, pur avendo superato sintomi comunque fastidiosi, e ogni giorno spera che arrivi l’esito negativo che gli permetta di essere in panchina domenica.

Certo, qualche pensiero alla sua città gli scapperà. E poi, ovviamente, la Fiorentina. Un legame che non s’è mai spezzato tanto che, con alcuni giocatori, è rimasto sempre in contatto: Pezzella, Badelj, Biraghi. Lo stesso Federico Chiesa che, con una telefonata, provò a convincere (invano) a rompere il patto con la Juventus per seguirlo in rossonero. Domenica, invece, il mister e i viola saranno semplicemente avversari.

A Cesare Prandelli, un altro «figlio adottivo» di Firenze, il compito di fermare la scalata dell’uomo che, senza far rumore, si è ritrovato in fuga, da solo, al comando della serie A.

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