Un solo giallo rimediato dal tecnico della Fiorentina a fronte di colleghi ben più vulcanici contro gli arbitri
Otto espulsioni (il triplo, ventiquattro, considerando chi va in panchina tra staff, preparatori e medici) e sessantuno ammonizioni. Il dato, dopo le prime ventitré giornate di campionato, fotografa come il rapporto tra gli allenatori e la classe arbitrale non sia esattamente sereno. Scrive Tuttosport.
E – visto il trend delle ultime giornate (in cui il numero di sanzioni è lievitato) – non c’è da essere ottimisti su una rapida inversione di tendenza, non fosse altro perché nella parte discendente del campionato i punti pesano il doppio e le tensioni, giocoforza, aumentano esponenzialmente.
Le direttive di Rocchi
Un giro di vite, all’insegna della rigidità, chiesto nelle direttive consegnate agli arbitri dal designatore Rocchi che il 12 gennaio aveva pubblicamente lanciato la sua fatwa contro chi ormai usava i fischietti come punching ball: «Basta a proteste esagerate ed infondate, vogliamo rispetto», il manifesto programmatico dell’allenatore della squadra arbitrale.
Il perché di questa presa di posizione è stato così spiegato: «Siamo andati vicini ad un’aggressione in A, figuratevi sui campi di provincia. Dobbiamo permettere agli arbitri di andare in campo e arbitrare in maniera serena. Mettere pressione a un arbitro o a un Var gli toglie serenità e lucidità.
Perché le ultime giornate sono state più complicate? Perché si è abbassato il tempo giocato e sono aumentati tanto i falli rispetto alle prime giornate». Altro elemento che ha moltiplicato le tensioni negli ultimi tempi, l’introduzione delle panchine lunghe, “sfruttate” anche da qualche allenatore (Mourinho in questo è da sempre un maestro) come gruppo di pressione per l’arbitro nel momento in cui deve prendere una decisione.
Fatto sta che sabato Simone Inzaghi non sarà in panchina a Roma (contro la Juve ha preso il quinto cartellino ed è scattata la squalifica: sanzione, quella comminata da Maresca, molto contestata dall’interessato) mentre Baroni, Juric, Thiago Motta, Sarri e Gasperini sono tutti in diffida. Chi si avvicina al secondo giro è Pippo Inzaghi che è il recordman di cartellini gialli anche in rapporto alle gare vissute in panchina con la Salernitana: ne ha presi 7 in 14 giornate, perché una partita l’ha già saltata per squalifica.
Non solo Mourinho
Special One, anche in materia di sanzioni prese in panchina (pure dalla Uefa), è José Mourinho che, nei mesi passati a Roma prima dell’esonero, ha costituito una vera “claque” alle sue spalle, considerate le sanzioni a pioggia che hanno colpito pure il suo vice Foti e l’assistente Nuno Santos.
A tracciare la via, ça va sans dire, il “capobanda” che ha chiuso la sua avventura italiana con due espulsioni e tre ammonizioni (Daniele De Rossi, come prima decisione presa dopo il suo insediamento, ha dato un bel giro di vite a tutto l’ambiente sulle proteste, per cui la Roma era finita nel mirino della classe arbitrale).
Appaiato a José, un insospettabile, ovvero Raffaele Palladino, pure lui espulso due volte: un dato che ha del clamoroso considerato che l’allenatore del Monza, nella sua pluridecorata carriera da calciatore chiusa con 341 partite da professionista – tra campionati e coppe -, mai è stato espulso.
Quel poker nel 2021
Per fortuna in questo torneo, nonostante la tolleranza zero verso chi protesta, non si è ripetuto quanto accaduto nel week-end del 24 ottobre 2021 quando furono addirittura espulsi quattro allenatori in tre gare diverse, un record. Ad aprire le danze Gasperini (doppia ammonizione in Atalanta-Udinese), seguito da Mourinho e Spalletti.
Entrambi cacciati dal campo in Roma-Napoli: il portoghese durante, l’attuale ct azzurro a fine partita) con Simone Inzaghi a chiudere il cerchio (memorabile il gesto della pettorina lanciata in area per protestare dopo l’assegnazione del rigore per un fallo di Dumfries su Alex Sandro nel finale di Inter-Juve.
Quelli con la Fedina pulita
Detto del problema legato alle panchine lunghe, nel “libro nero” degli arbitri scritto dal Giudice Sportivo compaiono in tanti, pure due medici (Bertuzzo del Sassuolo e Michelassi della Fiorentina) e una marea di assistenti (meritano una menzione Maurizio Trombetta, fidato collaboratore di Allegri, già alla seconda espulsione in stagione e Simon Colinet, preparatore di Thiago Motta, pure lui cacciato due volte dal campo).
Brillano invece per la loro assenza Eusebio Di Francesco e Alessio Dionisi, gli unici due allenatori in Serie A che hanno ancora la fedina immacolata (per Ranieri e Italiano un solo cartellino). Fossimo in Rocchi, il 10 marzo – giorno di Sassuolo-Frosinone – consegneremmo ai due una medaglia. Di certo non provocherà grandi mal di testa al designatore scegliere un arbitro per quella sfida…

Di
Redazione LaViola.it