Il rapporto tra Ilicic e Firenze non è mai stato normale. Sarà per quei 9 milioni per cui fu acquistato nell’estate 2013 dal Palermo, sarà per quell’anno e mezzo abbondante che Josip ci mise per carburare. Per far vedere le sue doti. Per far capire che, forse, qualcosa di buono c’era in quei 9 pesanti milioni. Due anni di fila capocannoniere viola, non a caso, Josip Ilicic. L’ultimo anno di Montella, ed il primo di Sousa.
Pur nelle sue contraddizioni. Giocatore di talento, ma anche con dei limiti. A tratti caratteriali, a tratti tattici, spesso di ritmo e velocità. Di continuità, soprattutto. La tecnica, invece, non si discute. Da fermo, nello stretto, nei calci piazzati e negli assist: l’ex Palermo fa ciò che vuole, alla palla dà del ‘tu’. L’atteggiamento, spesso cadenzato, diverse volte non è andato giù ai tifosi viola, che nell’altalena del rapporto con lo sloveno non hanno mai lesinato fischi, così come sonori applausi nei momenti di exploit.
Adesso, però, Ilicic è ad un nuovo bivio. Capocannoniere nel 2014/2015 con Montella, con 10 gol stagionali (e 4 assist); capocannoniere nel 2015/2016 con 15 reti (e 6 assist), davanti a Kalinic. Quest’anno, invece, drastico calo, sia in zona gol sia – soprattutto – di prestazioni. Alti e bassi, in realtà, hanno sempre caratterizzato lo sloveno, ma nella stagione in corso i picchi di gloria sono stati pochi e centellinati. Appena 5 gol per lui: 1 in Europa con lo Slovan Liberec, 4 in Serie A con Empoli (doppietta), Inter e Genoa. Mai decisivo, nei fatti, Ilicic. Lo scorso anno, per fare un paragone, portò 13 punti alla causa viola con i suoi gol. Spesso punizioni o rigori che sbloccavano le partite, ma anche guizzi e giocate, magari sull’asse con Kalinic che a tratti pareva perfetta.
Sul conto di Ilicic pesano, in questa annata, anche i rigori sbagliati contro Milan e Lazio. Ma anche i sei pali colpiti in stagione. L’ultimo a Crotone, dove comunque è arrivata una vittoria nel finale. Ma legni che hanno anche segnato risultati pesanti a sfavore dei viola. Sintomo di sfortuna, questione di centimetri. Ma che alla fine fanno la differenza. Ilicic è anche il giocatore viola che in assoluto tenta più la conclusione in porta: 65 tiri verso la porta solo in campionato (dati Lega), più di Kalinic. 42 occasioni create, ma spesso impreciso nella finalizzazione. 13 assist creati, ma appena 4 vincenti e tutti da calcio piazzato.
Un ruolo non più centrale, piano piano, negli schemi di Paulo Sousa. Che prima lo aveva fatto rinascere, poi lo ha man mano messo in discussione. Non trovando del resto risposte adeguate nel giocatore. “E’ una mia sconfitta”, ha commentato il portoghese qualche settimana fa. Il tutto con l’inserimento di Saponara che, anche in prospettiva, toglie ancor più spazio allo sloveno. Il valore di mercato di Ilicic, nel frattempo, si è deprezzato: un anno fa era valutato 15-20 milioni dalla Fiorentina, ma poi non è partito. Adesso sarà difficile venderlo per una cifra vicina ai 10 milioni di euro. A meno di una nuova ‘Primavera di Ilicic’, in questo ‘strano’ finale di stagione viola. Lo sloveno, del resto, nella sua carriera è spesso sbocciato da marzo in poi: successe l’ultimo anno di Palermo, con 5 gol e 1 assist nelle ultime 7 gare, con clamorosa salvezza sfiorata con i rosaneri; accadde nella prima stagione in viola, quando mise insieme alcune buone prestazioni con il gol a Bologna; avvenne nell’ultimo anno di Montella, con 7 gol e 1 assist nelle ultime 6 gare di campionato.
Ora ultime nove gare in viola, con la speranza (e forse illusione) di una nuova Primavera di Ilicic. Anche se il futuro, stavolta, sembra già scritto.
Di
Marco Pecorini