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Rassegna Stampa

Pepito Rossi: “Dopo il 4-2 volevo sfottere i bianconeri in Nazionale, ma non l’ho fatto”

giuseppe rossi

L’ex fantasista viola: “A Firenze ho vissuto la mia notte più bella. Vlahovic? Per ritrovare il sorriso deve cambiare squadra”

Con il Mondiale per Club al via nei suoi Stati Uniti, Giuseppe Rossi ha concesso un’intervista a Tuttosport.

IL CALCIO NEGLI USA.Il sistema calcio americano ha fatto dei grossi passi in avanti a livello di crescita di talenti: ne vediamo sempre di più in Europa, soprattutto nelle grandi squadre. E, paradossalmente, è proprio questo il problema: il fatto che giocatori di livello assoluto come Christian Pulisic, che si è formato in America, siano costretti a lasciare il Paese per fare strada nel mondo del calcio. A me, in fondo, è successa la stessa cosa: per realizzarmi ho dovuto lasciare i NJ Stallions e trasferirmi a Parma. Se vuoi crescere a livello federale, non puoi permetterti che i prodotti dei tuoi vivai se ne vadano via così. Devi metterli nelle condizioni di restare a giocare in MLS“. 

L’AMORE PER IL CALCIO.È stato mio padre a trasmettermi la passione per il calcio. Da piccolo, infatti, ero un gran tifoso del Milan, come papà, che tra l’altro è stato anche il mio primo allenatore, fino ai 12 anni. Una fortuna per me: mi ha aiutato tantissimo“.  

IL PARMA.Quando sono arrivato lì non credevo ai miei occhi: un sogno indescrivibile. Lo racconto ancora oggi ai miei figli…“.

L’ALLONTANAMENTO DAL CALCIO.Non c’è più passione o romanticismo. Il calcio di oggi è infettato dal denaro, da contratti milionari… Nei primi anni di carriera, ho dovuto sgomitare a lungo prima di convincere chi mi stava attorno della mia qualità. Insomma, per meritarmi un posto nelle tante squadre in cui ho giocato. Ora non è più così: vedo giocatori mediocri, o comunque alle prime armi, esordire nei più grandi club del mondo. Diciamo che mi sono allontanato dal calcio anche per questo: non ne condividevo più i valori“.

IL FUTURO.Per allenare ci vuole tantissima pazienza, e io ne ho davvero poca (ride, ndr). Bisogna saper gestire prima se stessi e poi gli altri. Però mai dire mai. Credo di poter dare ancora tanto al mondo del calcio, insegnandone i principi ai giovani e ai grandi. Ed è quello che sto facendo qui in America con le mie Academy“.

IL 4-2 CONTRO LA JUVE. “È stata di gran lunga la partita più bella ed emozionante della mia vita. Dopo quel match, a Firenze, ho mangiato gratis per un mese. Fare tre gol alla Juve, e soprattutto a quella Juve lì, che in panchina aveva un tecnico come Conte, non era certo roba da tutti i giorni. I tifosi della Viola, quando si avvicina il 20 ottobre, mi mandano ancora centinaia di messaggi per ringraziarmi. Sono speciali”. Al fischio finale i senatori azzurri della Juve scherzarono con lei per quella tripletta? “A dire la verità… no. Ci siamo rivisti tutti la settimana dopo a Coverciano per il ritiro della Nazionale. Avrei voluto prendere un po’ in giro i vari Chiellini, Buffon, Bonucci, Marchisio, ma non mi sono permesso. Anche perché Gigi è uno che se la prende per queste cose (ride, ndr)”. 

IL RAPPORTO CON GLI EX AZZURRI.Ho parlato con Chiellini e Buffon qualche giorno fa. Mi fa sempre piacere vederli e scambiare qualche parola insieme. Due figure straordinarie che hanno fatto la storia del calcio. Il ruolo che hanno affidato a Gigi in Nazionale è ideale per lui“.

CHIELLINI.Ok, posso ritrattare? Se per Buffon il ruolo in Nazionale era ideale, quello di Chiello alla Juve lo è a un livello superiore. Lui, oltre a essere preparato, è profondamente juventino. Ce l’ha nel sangue. Darà tutto per riportare il club dove merita. Hanno fatto la miglior scelta possibile a inserirlo in società“.

YILDIZ.Se mi rivedo in Yildiz? Non proprio, io giocavo in un ruolo diverso, atipico. A essere sincero, faccio proprio fatica a trovare profili simili a me, giocatori bassi di statura, rapidi e tecnici, abili nel trovare soluzioni diverse anche di fronte a delle bestie come Bonucci, Barzagli e Chiellini. Il tutto muovendosi nella zona più complicata in assoluto, dove non hai nemmeno un secondo per pensare: quella centrale, a ridosso dell’area di rigore avversaria. Forse solo Aguero svolgeva un lavoro simile. Detto questo, Yildiz è fortissimo, oltreché bello da vedere. Ha tecnica, ma anche tanta visione: quando parte dall’esterno ti fa male sia che concluda verso la porta sia che la passi a un compagno. Di gran lunga il mio preferito tra i bianconeri“.

VLAHOVIC.Per il suo bene, penso che farebbe meglio a lasciare la Juventus e ritrovare il sorriso altrove. Non credo che sia contento dei suoi ultimi tre anni. Nel calcio è fondamentale sentire la fiducia dell’allenatore, dei dirigenti e soprattutto dei compagni di squadra. Se dovesse trovare di nuovo queste certezze nel suo prossimo club, credo che potrebbe tornare ad essere decisivo come alla Fiorentina“.

IL MONDIALE PER LA JUVE.Per i bianconeri sarà dura: ci sono squadre fortissime. Per me la favorita è il Paris Saint Germain. Li vedo troppo più avanti rispetto agli altri. Basti vedere quello che è successo in finale di Champions“. 

CONSIGLI A BREMER.Gliene potrei dare mille, ma la cosa più importante è cercare di ascoltare bene il proprio corpo. Dopo un infortunio del genere, per esempio, non ha senso scendere in campo se non si è al 100%. Lui è forte, non deve dimostrare niente a nessuno. E quando se la sentirà, sarà essenziale svuotare la testa e giocare senza paura“.

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