
Nella giornata di ieri è arrivata da Roma la relazione su cosa si può e (soprattutto) cosa non si può fare in sede di ristrutturazione del Franchi
Alla fine Rocco perse la pazienza. Quello di ieri, venerdì 15 gennaio 2021, resterà un giorno tristemente noto nella storia di Firenze e della Fiorentina. Commisso ha detto basta. L’argomento Artemio Franchi è chiuso. Certo, la Fiorentina continuerà a giocare nell’impianto, in attesa che qualcuno trovi i fondi per ristrutturarlo in modo sicuro per chi si recherà a vedere le partite, quando sarà possibile tornare sui gradoni del vecchio Comunale.
Quella di ieri è stata una giornata pesante per il presidente della Fiorentina. Presagi negativi già in mattinata, poi la certezza nel pomeriggio. Il documento arrivato da Roma, sponda MiBACT, racconta che qualcosa si può fare, certo, ma in confronto alle idee degli uomini di Commisso è davvero poco (a fronte di una spesa probabilmente enorme da far sostenere al presidente della Fiorentina). Valutazione fatta in pochi minuti, boccone amarissimo ingoiato in fretta e via di comunicato che chiude definitivamente la vicenda. In sintesi: il Franchi salvatelo ed in fretta, ma trovate voi i soldi. Reazione stizzita da parte del presidente viola, che con la Legge Salva Stadi si era illuso di poter provare a scardinare la resistenza di un sistema pressoché impenetrabile.
Bocche cucite in Palazzo Vecchio, ma pure lì la doccia è stata gelata. In attesa di capire il da farsi, sembra in programma un incontro tra il Sindaco Nardella e Rocco Commisso per la giornata di lunedì. Ma la Fiorentina è stata già molto chiara.
E adesso? E’ la domanda che si fanno un po’ tutti da ieri pomeriggio. Ormai le alternative sono due: uscire dal Comune di Firenze o non fare niente. Lo capiremo presto. L’opzione su Campi Bisenzio è reale e concreta, starà alla Fiorentina – a questo punto – valutarne pregi e difetti.
Commisso, in serata, ha incassato anche la solidarietà totale e l’appoggio della tifoseria organizzata, che già in passato si è resa protagonista anche di iniziative clamorose sul tema. Certo, l’obiettivo numero uno era quello di avere un Artemio Franchi nuovo, moderno e funzionale. Purtroppo questa partita sembra persa. A meno che Commisso non si dimostri coriaceo come lo era in campo, o come quando davanti ai microfoni lotta come un leone per difendere il suo operato e la sua Fiorentina. Valutazioni da fare a mente fredda, probabilmente dopo l’incontro con Nardella. Oltre all’appoggio dei tifosi, poi, è arrivato anche quello del numero uno della Lega di Serie A, Paolo Dal Pino.
Già, perché il tema non riguarda solo la Fiorentina. Altre piazze sono interessate ed osservano quel che accade a Firenze, dove sembra proprio che nessuno voglia dare la possibilità ad un imprenditore come Commisso di contribuire a salvare in qualche modo il calcio italiano, nel suo complesso. Si, perché stadi come quello che ha in mente il patron della Fiorentina, all’estero sono una consuetudine da anni (purtroppo per noi).
In attesa di sviluppi, qualunque essi siano, oggi è giusto sottolineare il muro di gomma sul quale è rimbalzato Commisso dal suo arrivo a Firenze. Prima la Mercafir, poi l’Artemio Franchi. E quel ronzio che comincia a farsi sempre più nitido: alla fine si stancherà davvero?

Di
Alessandro Latini