Paura della B? Quando troppa, quando troppo poca. E le parole su Iachini di Commisso potrebbero non aver aiutato. Con la Lazio per ritrovare sorrisi e fiducia
La classifica è quella che è per la Fiorentina. Poteva essere migliore in caso di successo col Brescia, che non era proprio come scalare l’Everest. Ma ormai è il passato. Si riparte, con di fronte una Lazio incavolata nera per la sconfitta rimediata a Bergamo dopo il doppio vantaggio e che proverà a tenere vive le residue speranze di lottare fino alla fine per il titolo. Ma nulla è già deciso, mai, nel calcio, ancor di più in questo calcio post coronavirus in cui il fattore campo è quasi scomparso e molte squadre crollano improvvisamente con più partite dentro la stessa partita.
PARALLELISMI E ANTITESI. Fare i conti con la classifica pericolante per la Fiorentina non deve essere visto come un limite. Anzi. Lo si è visto l’anno scorso quando la paura di scivolare nei bassifondi non era neanche contemplata nonostante il trend intrapreso, fino a quando non divenne drammatica realtà all’ultima giornata. Oggi è tutto diverso. Quasi all’opposto. La paura c’era già a fine 2019, quando venne preso appunto Iachini, esperto di salvezze, non per caso. La consapevolezza di dover lottare fino alla fine guardandosi le spalle c’è da tempo. E il modo di giocare della Fiorentina con Iachini ne è l’esempio pratico. Finché la Fiorentina non sarà fuori pericolo, in modo definitivo, i progressi a livello di qualità di gioco e manovra devono attendere.
ERRORI. Aver messo in bilico ufficialmente la posizione di Iachini potrebbe rivelarsi un errore. Certo il tecnico viola sapeva già in partenza che si sarebbe dovuto conquistare la permanenza in chiave futura, e nonostante la grande stima sempre ricevuta, sia personalmente che pubblicamente, quel “se non si ripartisse Iachini sarà sicuramente l’allenatore della Fiorentina, se invece si riparte dovremo valutare” di Commisso non ha aiutato. Tanto che i rumors su chi potrebbe prendere il posto in panchina di Iachini sono da settimane all’ordine del giorno. E quando chiedi ad un allenatore che ha determinate idee di calcio e tattiche di far vedere qualcosa anche di meglio a livello di gioco, il rischio di mandarlo in confusione c’è. E la gestione dei cambi col Brescia, potrebbe essere una conseguenza di quanto detto sopra. Senza pressioni da gioco, forse, sarebbe potuta andare in scena una gara simil Fiorentina-Spal, orrenda dal punto di vista del gioco ma che portò alla causa viola tre punti evitando al minimo rischi.
APNEA MA NON IMPOSSIBILE. La marcia della Fiorentina è dunque costretta ad andare avanti in apnea. Anche contro la Lazio. Che però ha avuto molti meno giorni per recuperare, ha preso un contraccolpo psicologico che può danneggiarla dopo il ko con l’Atalanta, e ha tante assenze che rendono la missione meno impossibile di qualche mese fa. Certo alla Fiorentina mancherà Chiesa, così come Caceres. Ma quei limiti di gioco analizzati in precedenza sono stati proprio il punto di forza di Iachini che è riuscito a sbancare così il San Paolo, e ad avere un ottimo rendimento in trasferta da quando siede sulla panchina viola. Fare punti il prima possibile, è la missione a lungo termine di Iachini. Farne di pesanti, all’Olimpico, quella più a breve. Ritrovare solidità, sorrisi e qualche certezza è fondamentale in questo momento.

Di
Redazione LaViola.it