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Paulo Sousa-Juric, quando il maestro sfida l’allievo

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Genoa- Fiorentina è anche la sfida tra Ivan Juric e Paulo Sousa, ovvero tra l’allievo e il maestro. Certo, intendiamoci: gran parte della filosofia di calcio del tecnico del grifone è frutto degli anni da giocatore e da vice di Gasperini, ma un certo influsso nel pensiero calcistico dell’allenatore di Spalato è stato portato anche da Paulo Sousa, come dichiarato dallo stesso Juric in un’intervista di qualche tempo fa e ribadito anche ieri in conferenza stampa, con parole al miele per la Fiorentina e il suo atteggiamento.

Di Sousa Juric apprezza in primis l’idea del terzino mobile, lanciato dal tecnico portoghese agli inizi della passata stagione con Marcos Alonso interprete principale. L’idea cioè che, a seconda delle fasi di gioco e delle situazioni di possesso o non possesso, la linea difensiva si debba modificare da 3 a 4. La Fiorentina lo scorso anno aveva meccanismi collaudati, mentre in questa stagione, pur continuando la viola a giocare a tre, abbiamo visto soprattutto uno schieramento classico a quattro. Nel Genoa l’interpretazione del concetto è simile quando a destra gioca Edenilson, esterno di spinta ma anche di gamba per fare la fase difensiva, mentre lo scivolamento è più difficile con Laxalt a sinistra. I tre centrali poi, spesso marcano a uomo, soprattutto Izzo e Munoz, o Orban quando gioca. Nella Fiorentina vige spesso la marcatura a zona.

Di Sousa Juric  apprezza però anche l’impostazione tattica, ovvero il 3-4-2-1, modulo classico del Genoa e marchio di fabbrica della Fiorentina che viaggiava in testa alla classifica. Gli attori sono un po’ diversi, perché Rigoni non è certo Borja Valero e Simeone per quanto scaltro non riesce a fare il lavoro nelle due fasi che fa Kalinic, ma i presupposti sono i simili. Nel Genoa poi c’è una ricerca ossessiva dell’uno contro uno sulle fasce, mentre nella Fiorentina spesso si cerca la giocata tra le linee o il fraseggio nello stretto.

Modalità differenti, ma punti di partenza simili dunque. Sperando che il proverbio non abbia ragione e che stasera il maestro continui a aver ragione dell’allievo.

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