Rassegna Stampa

Paulo Sousa e gli errori tecnici: esauriti tutti i bonus

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Anche in una riflessione a freddo, resta difficile spiegare il cumulo di errori commessi da Paulo Sousa in un solo pezzo di partita, il recupero di Marassi contro il Genoa, la gara meno complicata (guardando il livello dell’organico, le ambizioni e le dimensioni delle avversarie) del trittico prenatalizio che ora ha in programma la trasferta dell’Olimpico contro la Lazio senza Badelj e la partita in casa contro il Napoli, le due squadre più in forma del campionato.

Resta negli occhi e nella mente di tutti l’esclusione di Kalinic, ma dietro (o anche al pari) questa decisione sbagliata ci sono quelle di Zarate prima e unica punta, di Vecino trequartista, di Ilicic in panchina, di Chiesa in panchina (si parla di due giocatori in ottima condizione), di Milic ala (o finta ala) e di Maxi Olivera terzino (o finto terzino). E non basta. In cima a tutti gli errori c’è l’impostazione, la strategia: difendiamoci e ripartiamo.

La Fiorentina di Sousa che punta alla difesa è il controsenso del calcio di Sousa. Il tecnico portoghese ha sbagliato così tanto da sperare, per la Fiorentina e i fiorentini, che abbia esaurito in appena 63 minuti il bonus degli errori. La sensazione è che appartenga a quella categoria di allenatori che amano sorprendere gli altri (intesi come avversari e osservatori) e finiscano invece per sorprendere i suoi (giocatori).

Kalinic, per cominciare. Aveva segnato lunedì scorso una doppietta contro il Sassuolo ed è finito in panchina. In questo caso il portoghese è recidivo. L’aveva già tolto dopo la tripletta (con assist) di Cagliari, nella partita seguente contro il Crotone lo aveva portato in panchina per mettere Babacar. Ma l’attaccante, il bomber, vive per sua stessa natura dell’attimo, del sangue caldo, della fiducia che sente.

E tre gol danno una fiducia immensa: togliere uno che segna è un errore che potremmo capire se fosse commesso da un tecnico che non ha un passato da grande giocatore di una grande squadra (Sacchi, nell’Europeo, alla seconda gara tolse Casiraghi che al debutto aveva segnato una doppietta contro la Russia, perdemmo contro la Repubblica Ceca e uscimmo nel girone: ma Sacchi, in assoluto un genio, aveva giocato nella Fusignanese, Sousa nella Juve e nell’Inter…).

Contro il Crotone (1-1 al Franchi) al posto del croato aveva giocato comunque un centravanti di ruolo, Babacar; a Marassi c’era un centravanti inventato, Zarate, che appena è tornato nel suo ruolo naturale (esterno sinistro) è diventato il migliore della Fiorentina. E Zarate in questa stagione non aveva mai giocato una partita dall’inizio. Sousa ha spiegato l’esclusione di Kalinic con motivazioni di tipo fisico e atletico: ma fra dieci giorni c’è la sosta, se davvero fosse stanco (non sembra affatto…), potrebbe recuperare nelle vacanze.

Vecino trequartista è un nonsenso. Detto che nessuno dei centrocampisti della Fiorentina porta gol e nemmeno assist, Vecino ha una sola qualità: quando arriva da dietro, tira, non bene, ma tira. Se lo metti più avanti, non trova spazio. Ha un solo passo, non ha fantasia, non ha genio, non fa gol, non ha l’ultimo passaggio. Per quel ruolo, la Fiorentina ha forse (ma sottolineiamo il forse) un solo centrocampista, Cristoforo. Che Sousa, però, ha presentato soltanto in Europa League e mai da titolare in campionato.
Vecino trequartista e Ilicic in panchina.

Fuori tutta la qualità della squadra. Ma perché? E, visto che c’era, fuori anche Chiesa, un ragazzino che sta bruciando l’erba in questo periodo. Al suo posto una coppia strana formata da Milic e Maxi Olivera sulla fascia sinistra. Milic non è capace di difendere, lo ha dimostrato per l’ennesima volta in occasione del gol di Lazovic, e forse per questo Sousa lo ha messo davanti a Olivera, altro esterno che non conosce la fase difensiva. Quando si dice una squadra a capocchia.

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