Sarà italiano il prossimo allenatore della Fiorentina. E se già la via era chiara, ci ha pensato Giancarlo Antognoni a confermarlo con le parole di ieri. Italianizzazione della squadra, della cultura, a partire dal ‘manico’. Dall’allenatore, appunto. Un cambio di rotta rispetto al biennio Sousa, tra novità calcistiche ma anche fraintendimenti dialettici e di campo. Saranno due mesi di fuoco, per la scelta del nuovo allenatore. Praticamente d’obbligo giocare d’anticipo, se la tua stagione è (quasi) finita già da febbraio. Il problema è che gli obiettivi per la panchina sono tutti sotto contratto. E allora, tra rapporti e diplomazie da mantenere, lecito muovere i fili e le pedine giuste con i piedi di piombo.
Per adesso, in pole position c’è un nome e un cognome: Eusebio Di Francesco. Allenatore sotto contratto con il Sassuolo con tanto di clausola, giovane, emergente e fautore di un calcio che piace. Negli ultimi due anni, anche una fase difensiva curata con più attenzione rispetto agli esordi, nonostante le difficoltà. “Sono gratificato da questo interesse della Fiorentina, ma ho ancora due anni di contratto con il Sassuolo e una clausola, dovrò incontrarmi con la mia società ad aprile per fare delle valutazioni. E’ ovvio che sono gratificato”, ha risposto il diretto interessato. Parole esplicite dalla giornata fiorentina del tecnico. Era già pupillo di Pradé prima di Sousa, piace anche a Corvino e alla società. Poi c’è il profilo di Leonardo Semplici. Altro italiano, con curriculum diverso. Tecnico che ha fatto la gavetta, le serie minori, passando per la Fiorentina Primavera (lo prese Corvino) e adesso esploso alla Spal. Vinto il campionato di Lega Pro, in vetta a sorpresa alla Serie B. E soprattutto fiorentino. Anche se forse acerbo per una panchina comunque importante come quella viola. Per entrambi, la panchina della Fiorentina sarebbe un passo in avanti nella carriera. Anche a livello di obiettivi.
Già, fiorentinità, altra caratteristica ricercata negli ultimi mesi. Dal ritorno di Antognoni, dall’inserimento di Salica a vice-presidente alle aperture alla piazza a livello comunicativo e di presenza. Al di là delle critiche e del momento molto delicato, c’è la volontà della proprietà di aprirsi sempre più al rapporto con i fiorentini. In un momento di possibile svolta, tra un nuovo ciclo da aprire, i conti tornati ‘in pari’, l’affare stadio e un quarto posto tornato di nuovo ‘da Champions’. Ecco perché Pioli, Spalletti e Sarri sono tre suggestioni da tenere lì, con il cassetto semi-chiuso. Per il momento più utopie che altro, visto le squadre che allenano e gli ingaggi che percepiscono. Ma tutti e tre sono legati a Firenze, alla fiorentinità, e darebbero sì una bella svolta al tutto. Anche a livello di messaggio dato dalla proprietà. Per tutti e tre, però, sarebbe un oggettivo passo indietro, la panchina viola: ecco perché servirebbe un bel rilancio da parte dei Della Valle. Pioli non è certo di restare all’Inter, nonostante tutto. E già prima dei nerazzurri ha sfiorato Firenze. Spalletti e Sarri sono profili probabilmente adesso inarrivabili, ma i caratteri e le personalità ‘estrose’ dei due possono cambiare le carte in tavola. Utopie adesso, ma mai dire mai.
Poi ci sono gli outsider. Mesi fa si parlava di Oddo, ma dopo il flop con il Pescara la candidatura si è allontanata. Giampaolo era un profilo da seguire da vicino, ma rinnoverà con la Sampdoria di Pradè. Corvino conosce poi da vicino Donadoni, avendolo portato a Bologna l’anno scorso. Ma al pari di Maran, rispetto a qualche mese fa, ha perso peso l’ipotesi di vederlo a Firenze. Così come Mazzarri, legato al Watford e al momento non particolarmente ‘caldo’. Tra ingaggio e nome non proprio ‘simpatico’ alla piazza.
Un roster ampio di allenatori tra cui poter individuare il condottiero più adatto. Tutti sotto contratto, qualcuno con clausola, altri con ingaggi elevati. Anche dalla mossa viola sull’allenatore, si capirà la direzione del prossimo futuro. Anche perché, anche in sinergia con il tecnico, andrà costruita una squadra in linea alla nuova idea di gioco. Tra moduli, stile di gioco, ed anche ambizioni generali. Tutte scelte e valutazioni da fare, la Fiorentina è ancora ad un bivio. Fermo restando che molto potrebbe dipendere dal risiko allenatori che potrebbe coinvolgere gran parte della Serie A: Juve, Roma, Napoli, Inter, sono tutte piazze con allenatori non sicuri di conferma. Inserimenti ad incastro, ambizioni e opportunità. Con la Fiorentina che deve provare a sfruttare il suo appeal, e non rischiare di recitare un ruolo di ‘rimpiazzo’ e ‘seconda scelta’.
Di
Marco Pecorini