Focus
Parole e fatti pieni di controsensi. Una situazione che farebbe ridere, se non ci fosse da piangere
Fiorentina nel caos tra l’ormai imminente addio a Pioli, il già avvenuto allontanamento di Pradè e una situazione da sprofondo
Com’è stato possibile arrivare a tutto ciò? Neanche il più pessimista dei tifosi della Fiorentina si sarebbe potuto immaginare di ritrovarsi alla decima giornata con 0 vittorie e 4 punti in classifica, ma soprattutto in un clima da sprofondo generale. Una stagione che era iniziata con “ho visto che Allegri non ci ha inserito nella lotta per la Champions, l’ho scritto subito sulla lavagna al Viola Park”, si sta trasformando sempre più in un incubo. Una squadra che non è riuscita a vincere una partita in Serie A neppure per sbaglio, che non è mai riuscita a tenersi una situazione di vantaggio e che, quando è andata sotto, quasi sempre è scomparsa dal campo.
SETTIMANA VS PARTITE. Nonostante gli oltre 4 mesi di lavoro con Pioli, ogni domenica questa Fiorentina è sembrata essere un’accozzaglia di giocatori che si erano conosciuti per la prima volta cinque minuti prima di entrare in campo. Da ciò nascono mille domande: durante la settimana come lavora questa squadra? Qualcuno, in società, ha riscontrato delle differenze tra gli allenamenti e la partita? Perché se la squadra fa così pena alla domenica, è difficile pensare che in settimana riempia gli occhi in allenamento. La Fiorentina non gioca, non fa gioco, non ha idee. In allenamento cosa viene provato? Durante la settimana, c’è una parvenza di unione di intenti tra le proposte del tecnico e i giocatori? Domande retoriche, ovviamente. La risposta dev’essere per forza: no! Altrimenti non si spiegherebbe questo scempio.
ESTATE. Guardandosi ancora più indietro, tutta l’estate della Fiorentina è stata un controsenso. Dalle dimissioni di Palladino, in quel modo, pochi giorni dopo che il club gli aveva rinnovato il contratto, 24 ore dopo essere stato definito dal patron ‘come un figlio’ in una conferenza stampa in cui il ds diceva, ridendo: “Presidente, ho fatto un buon lavoro? Mi conferma?”, con risposta di Commisso: “Direi di sì. Penso che ti tengo”. Nessuno ha poi chiarito davvero i motivi delle dimissioni di Palladino, mentre in città tutti chiedevano la testa di Pradé. Non Commisso, che ha permesso al ds di spendere 90 milioni di euro in acquisti e riscatti (quasi tutte operazioni fatte coi soliti agenti) durante un’estate in cui tutti (o quasi) avevano accolto il ritorno di Pioli con entusiasmo.
PIOLI E PRADE’. Col senno del poi, quella scelta si è rivelata un enorme flop, un bagno di sangue economico e tecnico. Ma anche su questo aleggiano mille controsensi. Viene quasi da chiedersi se, prima di tornare a Firenze, Pioli abbia visto e analizzato le partite della Fiorentina dell’anno scorso. Difficile credere e/o anche solo pensare il contrario. Ma, allora, com’è stato possibile pensare di far impostare il gioco da dietro con Comuzzo e Ranieri? Che Fagioli fosse un ragazzo in difficoltà e che, dunque, potesse essere un azzardo dargli le chiavi della regia del gioco della Fiorentina, lo sapeva Pioli? Di disquisizioni tecnico/tattiche ne potremmo aggiungere una caterva: da Kean che si esprime meglio se da solo in attacco (allora perché prendere Dzeko e Piccoli a 27 milioni?) all’avvio terribile di Gosens e Dodo (un caso?), passando per l’inserimento di Sabiri col Bologna fino alla sostituzione per ‘scelta tecnica’ di capitan Ranieri a Cagliari. E qui veniamo al controsenso: Pioli non si è accorto che quelle idee potessero non essere corrette per il materiale a disposizione? Qualcuno glielo ha detto? Oppure gli erano stati promessi calciatori con altre caratteristiche? Per quanto, come noto, al posto di Comuzzo e Ranieri Pioli preferisse difensori più tecnici e rapidi (Lindelof e altri che sono stati trattati), nel momento in cui questi non sono arrivati avrebbe dovuto virare immediatamente strada tattica. Pioli non ha mai giocato col 3-5-2, ma gli è stata data una rosa per quel modulo lì, e che aveva fatto 65 punti con un allenatore che aveva idee di calcio opposte. Attenzione: non è in alcun modo una giustificazione di e per Pioli. Quello che si è visto sin qui non è ammissibile per un tecnico della sua esperienza e col suo ingaggio. Ma, come detto, tutta la Fiorentina è un controsenso.
OGGI. E così si arriva al caos pre-Lecce, con le dimissioni del ds e un tecnico che ‘molla’. La percezione durante la partita è stata quella di un Pioli che, ormai, non sapesse più cosa fare. Non solo nelle scelte, ma anche negli atteggiamenti. Quindi le ore post-Lecce, con voci e rumors che si rincorrono in attesa di un cenno dagli Usa (con lo slittamento dei tempi per il fuso orario). Resta Pioli? Va via Pioli (con buonuscita o con esonero)? Promosso Galloppa? Torna Palladino? Si vira su Vanoli? Chi decide Ferrari? Goretti? Commisso? E intanto la Fiorentina è in picchiata. Controsensi, situazioni che farebbero ridere, se non ci fosse solamente di che piangere. E, ovviamente, sperare che in qualche modo la rotta si raddrizzi.