Questa la lunga lettera di Paolo Panerai, membro del CDA della Fiorentina alla Gazzetta Dello Sport:
Tre anni fa, in piena estate, non potei trattenermi da una forte polemica con un vero amico, Adriano Galliani. Il Milan aveva messo gli occhi sul giovane talento Adem Ljajic, che aveva ancora un anno di contratto con la Fiorentina. I giornali scrivevano che il Milan aveva già raggiunto l’accordo con il padre del calciatore. Feci un tweet per dire che da Galliani non mi sarei aspettato che violasse un regolamento molto preciso: quando un calciatore è sotto contratto non può essere contattato direttamente, ma solo attraverso la società di appartenenza. Il contatto diretto può avvenire solo dopo la chiusura del mercato di gennaio, cioè a sei mesi dalla scadenza. Dal Brasile Galliani mi chiamò per garantire che non avevano avuto contatti e che comunque non avrebbero concluso accordi. I contatti li aveva avuti ma da gentiluomo mantenne la parola e il presidente esecutivo Mario Cognigni potè cedere Ljajic alla Roma.
Le violazioni del regolamento, contatti più o meno sotterranei con i calciatori di altre squadre o con persone a loro legate, sono ormai la consuetudine. Nel calcio di oggi non solo i regolamenti ma anche le firme sono carta straccia. Quando Diego e Andrea Della Valle acquistarono la Fiorentina e per la prima volta mettemmo piede sotto un acquazzone d’agosto allo stadio Franchi, il nostro impegno era di far rispettare le regole e le firme. Il primo ad accorgersene fu Luca Toni: dopo un campionato eccezionale era stato contattato e quasi contrattualizzato dall’Inter. Diego e Andrea lo dissuasero. Se avesse insistito avrebbe passato un anno in tribuna, nonostante il suo valore. L’anno dopo fu la società a premiare la scelta di Toni, un calciatore con il cervello e anche il cuore: fu ceduto al Bayern Monaco con profitto suo e della società. Anche Cuadrado e Jovetic hanno dovuto desistere dal progetto di andare alla Juventus. Montella non allenò e rimase a casa, sia pure con stipendio, fino a quando non decise di pagare una parte di penale per andare alla Sampdoria.
In questi giorni la Fiorentina è nell’occhio del ciclone per tre casi molto diversi fra loro. Federico Bernardeschi non si è accontentato di passare da circa 1 milione a 2,5 milioni netti e nonostante il contratto per ancora due anni ha concordato di andare alla Juventus. Kalinic ha detto esplicitamente di voler lasciare Firenze e Pantaleo Corvino gli ha dato atto di avere gli attributi e la lealtà per parlare chiaro. Quanto a Borja Valero, che si è inciso sulla pelle Firenze, tutti i media danno da giorni per certo il suo accordo con l’Inter dove è arrivato il suo estimatore Spalletti (con cui aveva già avuto contatti al tempo della Roma). E a nulla è valso il fatto che Corvino abbia ribadito che Borja non è in vendita.
Una pia illusione, nel calcio di oggi, far rispettare le regole e le firme? Purtroppo sembra di sì e con questo metodo il calcio, non solo italiano, non finirà bene.
Di
Redazione LaViola.it