Palomino, rischia fino a due anni di squalifica dopo il controllo antidoping. Contaminazione involontaria? Indagini in corso
Il doping torna a fare irruzione in Serie A, scrive la Gazzetta Dello Sport. José Luis Palomino, difensore dell’Atalanta, è infatti risultato positivo in un test antidoping a sorpresa effettuato all’inizio del ritiro (tra il 4 e il 6 luglio).
Il Tribunale nazionale antidoping, accogliendo l’istanza proposta dalla Procura nazionale antidoping, ha immediatamente sospeso in via cautelare l’argentino che è ora chiamato a rispondere all’accusa di aver violato gli articoli 2.1 e 2.2 del Codice sportivo antidoping, che parlano anche della «responsabilità personale dell’atleta nell’assicurarsi di non assumere sostanze proibite».
SQUALIFICA. Nel campione prelevato a Palomino sono risultate presenti tracce del metabolita Clostebol, uno steroide anabolizzante contenuto in particolare in una pomata cicatrizzante, il Trofodermin. Si tratta della stessa sostanza riscontrata nell’ultimo caso di doping in Serie A, che nel 2017 portò alla squalifica per un anno dell’allora capitano del Benevento Fabio Lucioni. Per doping i giocatori rischiano fino a due anni se non c’è intenzionalità e fino a quattro se viene invece accertata.
VOLONTARIO O INVOLONTARIO. Per Palomino la situazione non è facile, il rischio di squalifica è concreto anche se molto dipenderà dall’eventuale responsabilità di terzi. In casa nerazzurra la notizia è stata accolta da tutti con enorme stupore, ma il più sorpreso è stato proprio Palomino che non si capacita di che cosa sia potuto succedere. L’argentino è ovviamente distrutto, ma ha subito cercato di reagire: già ieri ha iniziato a controllare a casa la presenza di pomate che possano contenere il Clostebol. Si pensa infatti che ci possa essere stata una contaminazione involontaria, un po’ come nel caso del cestista Burns che come visto ha concluso il suo iter processuale con un’assoluzione.
Di
Redazione LaViola.it