Rassegna Stampa
Palladino, l’esame Juve per il futuro (e per allontanare le voci). Due obiettivi per il finale di stagione
La sentita partita contro la Juve per riavvicinarsi alla piazza e allontanare le voci su Sarri e De Zerbi. Poi il futuro sarà da scrivere
«Sono cresciuto più in questi 6-7 mesi a Firenze che in due anni a Monza, là era tutto più semplice. Ma è nelle difficoltà che si cresce. Lavoro giorno e notte per la Fiorentina, per il suo bene». Questo ha detto Raffaele Palladino poche settimane fa, facendo capire quanto l’avventura sulla panchina viola si stia rivelando stimolante ma pure faticosa. Lo sta aiutando a maturare ma lo fa sentire spesso pure sulla graticola perché questa è una piazza tra le più esigenti. Così scrive Tuttosport.
MONTAGNE RUSSE. Finora il giovane tecnico campano ha vissuto sulle montagne russe, la sua squadra ha alternato performance brillanti specie con le big (si pensi ai successi con Inter, Roma, Lazio, Milan) e entusiasmanti risultati – vedi le 8 vittorie consecutive in autunno che lo ha fatto entrare nella storia del club e ha regalato ai tifosi e alla società una magnifica illusione – a periodi bui, contrassegnati da inaspettate sconfitte (su tutte quelle a Monza e a Verona, forse i punti più bassi) e disarmanti prestazioni. Un rendimento insomma quanto mai altalenante, che ha pesato sulla classifica – dopo aver accarezzato fino a dicembre la zona Champions ora la Fiorentina è scivolata fuori dalla prossima Europa -, gli ha attirato un’onda di critiche (anche troppo sguaiate) tacciandolo di inesperienza, discontinuità, scelte e gioco discutibili, e messo la sua panchina in discussione al di là del contratto fino al 2026.
VOCI CONTINUE. Lo stesso ds Daniele Pradè non ha mancato di punzecchiarlo in più di un’occasione, tuttavia Rocco Commisso non è un presidente che ama cambiare in corsa e riguardo a Palladino gli ha spesso riconosciuto passione, impegno e l’aver voluto e valorizzato giocatori che nei rispettivi club erano ritenuti ormai degli esuberi, su tutti Kean ma pure Cataldi e Bove. Che cosa poi accadrà a giugno è da vedere, le voci su Sarri, De Zerbi e non solo continuano periodicamente a circolare.
OBIETTIVI. Intanto Palladino ha passato il primo esame di questi quattro giorni di fuoco – la rimonta sul Panathinaikos che è valsa la qualificazione ai quarti di Conference League – e oggi s’appresta ad affrontare quello contro la Juventus nella sfida più sentita a Firenze. Superarlo (la Fiorentina ha battuto una sola volta i bianconeri negli ultimi 8 confronti, 2-0 al Franchi il 21 maggio 2022) non basterebbe a puntellare la panchina per l’anno prossimo ma servirebbe al tecnico per riavvicinarsi alla piazza e affrontare con ancor più energia e fiducia l’ultima parte di campionato. Gli obiettivi che stanno a cuore alla società e ai tifosi sono chiari e Palladino lo sa: andare oltre l’ottavo posto e provare a portare un trofeo a Firenze dopo oltre 60 anni, facendo meglio del predecessore, Italiano.