Squadra più attrezzata degli altri anni, vuole dimostrare di essere l’allenatore giusto per questa Fiorentina
«Certe notti sei sveglio, o non sarai sveglio mai». Questa è la notte in cui la Fiorentina deve stare sveglia, attenta, serena, ma in cui deve essere soprattutto convinta e giocare con grande personalità. È la notte di Raffaele Palladino che chiede tutto questo ai suoi ragazzi e che ieri sera nella conferenza di vigilia a Siviglia si è messo accanto, e non era la prima volta, proprio l’uomo che in questa squadra ha maggior leadership, il dottor Robin Gosens, psicologo, oltreché prezioso ed esperto esterno sinistro. Palladino sogna una di quelle notti decantate da Ligabue. Ha portato la squadra fin qui, in semifinale di Conference League. Ma, per convincere chiunque sulla bontà del suo lavoro, cominciato la scorsa estate come successore di quel Vincenzo Italiano che alla Viola ha regalato tre finali (due proprio in Conference e una in coppa Italia), tutte perse, deve abbattere il Betis che è alla sua prima semifinale europea, ma ha uomini, giovani, qualità per far male e un pubblico rumoroso che riempirà il Benito Villamarin. Così scrive La Gazzetta dello Sport.
FUTURO. Palladino vuole regalare a Rocco Commisso la terza finale di fila, ma soprattutto vuole urlare contro il cielo che la Fiorentina ha fatto bene a pensare a lui per il nuovo progetto facendogli firmare un biennale. Il tecnico napoletano è ambizioso, attento ai dettagli. Per certi versi è ancora un calciatore e questo lo aiuta a gestire un rapporto con i giocatori che sono con lui. Quelli che sono rimasti e quelli che sono arrivati in inverno. Il rapporto che si è creato è solido; si ride e si lavora allo stesso modo e questo conta. Più delle critiche di una piazza a volte esageratamente esigente. Ma sul fatto che la squadra di questa stagione sia più attrezzata di quella che ha perso le due precedenti finali non c’è dubbio. La società ha investito e rafforzato tra gennaio e febbraio. Palladino, dopo aver patito il dramma di Bove a inizio dicembre che ha sconvolto il gruppo, ha raddrizzato la barca che da nove gare non perde, è tornato alla difesa a tre, ha sfruttato le potenzialità di Gosens e Dodo (convalescente dopo l’appendicite), ha inserito e recuperato mentalmente Fagioli, esaltato Mandragora, blindato la difesa con Pongracic, Ranieri, e Comuzzo e Marì che si alternano, rimesso in porta anche di notte David De Gea che torna dove è nato e cresciuto: in Spagna. E proprio qui la Fiorentina deve vivere una di quelle notti in cui non vuoi smettere, smettere mai.
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Redazione LaViola.it