Palladino è cresciuto sotto le direttive di Gasperini, è entrato in contatto anche con Juric. Ora cambierà qualcosa a Firenze
Identico passato da calciatori ma un’esperienza da allenatori profondamente diversa. Il passaggio di testimone tra Vincenzo Italiano e Raffaele Palladino anticipa molti cambiamenti alla guida tecnica della Fiorentina per un calcio diverso rispetto all’ultimo triennio, scrive il Corriere Fiorentino.
GAVETTA. Di sei anni più giovane rispetto al suo predecessore, Palladino ha impiegato poco ad arrivare su una panchina di serie A, sfruttando l’opportunità del grande salto dalle giovanili del Monza alla sostituzione di Stroppa. Una gavetta più corta di quella di Italiano, arrivato a Firenze dopo i successi di Trapani e il biennio di La Spezia tra promozione e salvezza, ma non per questo meno importante vista la fiducia raccolta dal duo Berlusconi-Galliani.
GASP E JURIC. Tutto merito degli insegnanti che Palladino ha incontrato lungo la sua strada di calciatore, a cominciare da Gasperini che lo ha visto crescere (calcisticamente) nella Primavera della Juventus. E’ al Genoa che Palladino comincia ad assimilare le credenze del Gasp, in un campionato in cui il Grifone ritrova l’Europa finendo alle spalle della Fiorentina di Prandelli. Ed è sempre in Liguria che oltre al tecnico oggi all’Atalanta il nuovo allenatore della Fiorentina conosce pure Juric, altro suo mentore.
DA TORREIRA A PESSINA, MA I CENTRAVANTI… Mentre Italiano a Firenze inventa Torreira attaccante, dopo la partenza di Vlahovic, per passare l’anno seguente al centrocampo a due con Amrabat e Mandragora, Palladino ha il merito di valorizzare Ciurria come esterno e Pessina davanti alla difesa, e se tra i due la principale similitudine è quella di saper gestire il gruppo facendo sentire tutti importanti, entrambi si sono ritrovati a corto di gol dagli attaccanti, almeno a giudicare dai numeri di Nzola e Belotti da una parte e di Dani Mota e Djuric dall’altra.
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Redazione LaViola.it