Il tecnico viola ha raccontato l’ammirazione per il suo ‘maestro’, ma domani proverà a batterlo per la prima volta
Quando racconta di Gian Piero Gasperini, Raffaele Palladino sembra riferirsi al sacro fuoco della Roma antica: è stato lui ad accendere un giovane Palladino, ancora calciatore. La folgorazione è avvenuta tanti anni fa, nello spogliatoio del Genoa. Insieme hanno vissuto tre anni, dal 2008 al 2011, con risultati clamorosi, come la qualificazione in Europa League. Allievo, maestro: un rapporto che però non si è esaurito in quel triennio, scrive Il Corriere dello Sport – Stadio.
COME IL GASP. Proprio dall’incontro ravvicinato con l’attuale allenatore dell’Atalanta in Palladino è germogliata l’idea di cambiamento: «Mi ha permesso di vedere il calcio in maniera diversa» ha detto il tecnico della Fiorentina nella conferenza stampa di ieri. Gasperini come colui che ha aperto gli occhi di Palladino: quell’idea di calcio si è sedimentata sia negli ultimi anni da calciatore per poi essere riproposta da allenatore, prima a Monza, poi a Firenze, Palladino si iscrive di diritto alla scuola gasperiniana, di cui è uno degli esponenti più illustri assieme a un altro suo ex allenatore, Ivan Juric. A quarant’anni, alla terza stagione in Serie A, il tecnico di Mugnano manifesta una completa adorazione per il suo “profeta”, consapevole però di dover comunque trovare una strada diversa: «Come ci sono i fenomeni in campo, ce ne sono anche in panchina. Gian Piero è uno di questi ma è impossibile fare il copia e incolla di quello che ha fatto».
TABÙ. Progetti, futuro, ma all’orizzonte c’è soprattutto l’incrocio di domani al Franchi. Stavolta proverà a far male al suo maestro: nei primi quattro precedenti (tre con il Monza, uno all’andata con la Fiorentina) Gasp non gli ha lasciato neanche un punto. L’ultimo incrocio è datato settembre scorso, ko pirotecnico (3-2) a Bergamo: era un’altra Fiorentina, era un altro Palladino. Uno che, per la sua limitata esperienza, ha dovuto imparare sulla propria pelle, tramite errori e correzioni, il mestiere. Lo ha confessato lui stesso, parlando della sfida di settembre come uno step chiave nella crescita del gruppo. La scintilla per il tecnico dei viola è arrivata in quell’Atalanta-Fiorentina. A sei mesi di distanza, la storia è cambiata: il contesto sarà diverso, con un Franchi che si preannuncia vicino al sold out (più di ventimila spettatori attesi, con ventitremila posti disponibili) e una Fiorentina alla ricerca della quarta vittoria interna consecutiva. Al quinto appello davanti al suo vecchio professore, Palladino vuole dimostrare di poter battere anche colui che per primo gli ha mostrato la via.
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Redazione LaViola.it