Sul Corriere dello Sport – Stadio l’analisi delle partite non vinte per errori e sfortuna: Nico e compagni hanno lasciato 17 punti per strada
Si dice spesso che il calcio è fatto di episodi. Di piccoli dettagli capaci di fare tutta la differenza del mondo, decretando vittoria o sconfitta. Spazi quasi impercettibili che a giugno scorso hanno inciso su una coppa, la Conference, sfumata sul gol di Bowen, tenuto in gioco per pochi centimetri da Biraghi nella finale di Praga. L’impressione è che anche quest’anno, andando a mettere sotto la lente di ingrandimento alcuni momenti decisivi degli ultimi mesi, la Fiorentina sia in credito con la fortuna.
PUNTI SFUMATI. Questione di centimetri, dicevamo. Quelli di un rigore sbagliato o di un palo colpito, tutte specialità di questa Fiorentina. Se mettiamo insieme i legni presi in stagione dai viola coi tiri dal dischetto falliti, vediamo che la squadra di Italiano ha lasciato per strada un quantitativo importante di punti. Lo ha fatto ad esempio nell’ultima in casa, contro la Roma, col rigore sbagliato da Biraghi, ma anche in precedenza a Empoli, col palo di Quarta su situazione di vantaggio: considerando solo gli errori in gare terminate in pareggio o sconfitta per la squadra di Italiano, in totale sarebbero 17 i punti che la Fiorentina (per sfortuna o errori di mira) avrebbe sperperato in momenti clou della gara.
RECORD DI LEGNI. La partita manifesto è, paradossalmente, la gara vinta con la Lazio, in cui Biraghi e compagni hanno collezionato 4 pali e fallito un rigore con Nico Gonzalez. La Fiorentina è a quota a 20 legni in stagione, 17 in Serie A, primato in Italia (seconda solo al Liverpool nei top cinque campionati europei). In questa speciale classifica la palma del “signore dei pali” va a Nico Gonzalez, a quota 5 in campionato.
MALEDIZIONE RIGORI. L’ultimo dei cinque pali di Gonzalez è arrivato proprio su rigore, un fondamentale su cui i viola hanno dimostrato di avere più di un problema: da inizio 2024 i rigori falliti sono cinque. Da Bonaventura, ipnotizzato da Consigli a inizio gennaio contro il Sassuolo, a Biraghi, neutralizzato da Svilar contro la Roma a inizio marzo. La mancanza di freddezza e i difetti di mira di una squadra che, sul più bello, spesso fa cilecca la si vede soprattutto dal dischetto. Ne è un esempio proprio Nico: l’argentino, che a novembre era arrivato a dieci rigori trasformati su dieci dal suo arrivo in Italia, sembra aver perso la sua infallibilità dagli undici metri, come dimostrano i due errori consecutivi contro Inter e Lazio. Almeno su questo, Italiano sembra avere la soluzione: si continua con Nico. Solo lui (un rigorista con uno score comunque invidiabile di 18 rigori segnati su 21 in carriera) può esorcizzare i problemi di mira dei viola.
Di
Redazione LaViola.it