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Pagellone VI.IT, allenatore e dirigenza: c’è molta mano di Italiano nei risultati ottenuti

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Natale, tempo di pagelle di (quasi) metà stagione per la Fiorentina. Si finisce con l’allenatore viola Italiano e la dirigenza

La prima parte di stagione della Fiorentina, quinta in classifica in Serie A dopo 17 giornate, alla fase successiva di Conference League da prima del girone e ai quarti di Coppa Italia, ha visto la squadra viola fare sempre buone prestazioni ma raccogliere meno di quanto avrebbe meritato. Il mercato estivo non è stato del tutto azzeccato. Questi i voti del tecnico e della dirigenza della Fiorentina nel pagellone di fine 2023 di LaViola.it:

ITALIANO, VOTO 7 In alcune gare si poteva far meglio, come con l’Inter o in alcune partite di Coppa in cui le formazioni iniziali sono state poi stravolte a gara in corso, ma se la Fiorentina si trova dov’è in classifica, agli ottavi di Conference League e ai quarti di Coppa Italia, oltre al disputare la Supercoppa tra qualche giorno, molto è anche merito di Vincenzo Italiano. Aver dato subito fiducia a Kayode, aver rigenerato Duncan, fatto tornare ad alti livelli Arthur (fortemente voluto dallo stesso allenatore), aver spostato Bonaventura sulla trequarti che così bene non aveva mai fatto, aver fatto rendere così bene Gonzalez e dato a Quarta licenza di spingere ed inserirsi (ripagati dall’argentino con gol pesanti) oltre all’esperimento del doppio regista con Arthur-Maxime Lopez, sono solo alcuni degli aspetti evidenti che meritano una citazione. Nelle ultime gare giocate ha anche snaturato la sua Fiorentina, mettendo all’occorrenza un difensore in più e strappando risultati senza dover per forza fare belle partite. Insistere con gli esterni a piede invertito non sempre ha pagato, così come non hanno del tutto convinto le scelte sui e dei centravanti, visto che Nzola è stato voluto proprio da Italiano. Tra Roma, Lazio, Milan e Juventus la Fiorentina ha tirato oltre cento volte, segnando però solamente una volta. Sarà anche in parte responsabilità dell’allenatore, ma forse forse (in parte probabilmente maggiore) anche di chi di mestiere dovrebbe buttarla dentro, o creare i presupposti per farlo.

DIRIGENZA, VOTO 6 Il cambio Mina-Igor non ha dato i frutti sperati. Il difensore centrale forte che mancava a questa squadra non è arrivato dal mercato estivo. E per fortuna che Ranieri e Quarta (sulla carta i compagni di Milenkovic) hanno fatto buone cose in difesa senza squalifiche o infortuni, altrimenti sarebbero stati dolori. L’avvicendamento delle punte Jovic-Cabral con Nzola-Beltran non ha fatto fare alla Fiorentina il salto di qualità che ci si poteva attendere, nonostante quasi 40 milioni spesi per l’ex Spezia e l’ex River, a fronte degli oltre 20 incassati per il brasiliano. Nessuno di coloro che sono stati ceduti ha fatto cose positive altrove, a fronte di diversi milioni entrati per le cessioni. Il cambio Sabiri-Saponara ha tolto a Italiano una freccia sulle ali, visto che l’ex Samp è partito prima ancora di giocare. Parisi andrà visto sulla sua fascia, con costanza, dopo un periodo complicato, Christensen ha fatto vedere segnali di crescita, ma ad eccezione di Arthur nessuno dei nuovi innesti ha fatto davvero la differenza. Così come alcune conferme non si sono rivelate una scelta azzeccata. Si poteva far meglio, insomma, per quanto i risultati ottenuti sin qui dicano che la stagione potrebbe essere a suo modo storica. Come si muoveranno a gennaio potrebbe far cambiare il giudizio/voto. (Voto 10 per quanto riguarda le infrastrutture, considerando gli sforzi per realizzare e aprire il Viola Park).

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