Si chiude la stagione 2017-18, tempo di bilanci anche in casa Fiorentina. Non quelli meramente economici, per quello ci sarà il CDA a breve, ma quelli strettamente tecnici. Dopo la retroguardia, il centrocampo e l’attacco, è il momento di tecnico e comparto sportivo. Aver chiuso all’ottavo posto non è certo uno scudetto, ma poteva andar pure peggio.
PIOLI: 6.5. Era arrivato da normal one, proprio quello che ci voleva dopo le manie di protagonismo di Sousa che avevano logorato tutto l’ambiente. A parole ha conquistato tutti, anche se forse ci ha messo un po’ troppo ad apportare alcuni cambiamenti tattici, soprattutto nella prima fase di stagione. Ma la rosa che gli era stata messa a disposizione si era completata ben oltre il proverbiale extremis. E non era certo facile. Dopo la scomparsa del capitano ha saputo tirar fuori il meglio da ognuno dei suoi ragazzi, fino ad andare anche oltre dei limiti apparsi oggettivi di questa rosa. E qualcuno è cresciuto sotto la sua guida, da Biraghi a Simeone, passando per Veretout e Milenkovic. Il cammino, tuttavia, è ancora lungo. Uomo con la U maiuscola.
CORVINO-FREITAS: 5.5 L’obiettivo principale era rimettere i conti in ordine, vendendo quei contratti pesantissimi, e cercare di sbagliare il meno possibile per ripartire. Ed alla fine il vero problema non è tanto stato questo mercato, inteso come estate 2017 ed inverno 2018. Ma quelli precedenti che avevano portato i vari Cristoforo e Maxi Olivera. Discutibile quel comunicato più che evitabile con la storia dei due sopracitati. “Non ci sono in rosa tutti giocatori da Fiorentina” la spiegazione lampante a quello che era stato fatto in fase di mercato. Ma ci sono anche degli ottimi investimenti con ampi margini di crescita da cui ripartire. L’estate che sta per iniziare sarà calda, con l’obiettivo, stavolta, di crescere davvero. Si poteva e doveva far meglio.

Di
Gianluca Bigiotti