La Fiorentina parte benissimo, poi si fa rimontare sul 2-2 dal Lecce. Christensen da rivedere, impatto leggero per Nzola e Brekalo
Christensen: 5,5. Non arriva sul tiro a giro di Rafia, poteva far senz’altro meglio sul pareggio di Krstovic, che colpisce di testa sì da distanza ravvicinata, ma piuttosto centralmente. Per il resto poco impegnato.
Dodo: 5,5. Fa alcune cose buone e altre imprecisioni. Soffre da quella parte la velocità di Banda, perdendo anche un paio di palloni sanguinosi. Ci prova in fase offensiva con qualche sgasata delle sue, anche quando va al tiro che però non ha troppa fortuna.
Milenkovic: 6. Gestisce con il fisico i rapidi attaccanti del Lecce, bravo soprattutto a salvare sulla leggezza di Quarta nella ripresa.
Quarta: 5. Buon primo tempo, con determinazione e tempismo negli interventi. Ripresa molto più complicata. Viene ammonito e poi rischia andando a valanga su Almqvist, per fortuna prende la palla. Poi una leggerezza clamorosa in retropassaggio per poco non spalanca la porta all’avversario, meno male che Milenkovic recupera. Infine non bene sul 2-2, quando Krstovic gli taglia dietro con troppa facilità.
Parisi: 5,5. Bravo a gestire Almqvist sulla fascia, si sgancia spesso nel primo tempo e un po’ meno nella ripresa, ma quando lo fa è pericoloso. Avvia lui con una bella percussione l’azione del palo di Duncan, poi nel finale non riesce a contrastare Krstovic sul 2-2, ma dalla sua posizione non era facile.
Arthur: 6. Tra luci ed ombre, e nel mezzo la solita qualità nella gestione del pallone a tutto campo. Stavolta però con un paio di errorini di troppo: nel primo tempo per fortuna Banda è poi in fuorigioco, nella ripresa invece un suo pallone perso porta al 2-1 di Rafia. Tutto ‘compensato’ però dal taglio e dal cross con cui manda Duncan al raddoppio facile.
(dal 71′ Mandragora: 5,5. Non si capisce con Duncan e dal passaggio corto del ghanese nasce l’azione del 2-2. Poi non riesce a trovare la porta all’80’, quando trova una deviazione dell’avversario da ottima posizione (l’arbitro aveva dato rigore, ma era anche fuorigioco). Per il resto dà poco nella fase finale della gara).
Duncan: 7. Prima il corner ben calciato per il gol di Nico, poi di testa firma il raddoppio con un inserimento intelligente. Potrebbe impreziosire ancora la sua gara e chiudere il match, ma colpisce un palo clamoroso. Meno preciso nella ripresa, quando un passaggio troppo corto per Mandragora porta all’azione del pari, anche se c’è da dire che i compagni avevano tutto il modo per gestire meglio la situazione.
(dall’82’ Infantino: sv)
Gonzalez: 7. Un primo tempo di altissimo livello. Sblocca la partita ancora da azione d’angolo (come contro il Genoa), poi avvia l’azione che porta al raddoppio. Ottima poi la palla per Duncan che si stampa sul palo. Si muove a tutto campo, anche davanti alla difesa alla ricerca di spazi. Cala però poi nella ripresa, meno servito anche dai compagni.
Bonaventura: 6. Pressa e gestisce il pallone nel primo tempo, cala nella ripresa dando meno appoggi ai suoi. Buona la giocata a metà secondo tempo, ma il suo tiro dopo il doppio passo viene deviato.
(dall’82’ Kouame: 6. Sfiora il gol di testa al 94′, sfortunato)
Sottil: 5,5. Parte forte, con qualche accelerazione importante. Poi diventa troppo lezioso, finendo per collezionare un’altra prestazione con poca qualità.
(dal 65′ Brekalo: 5,5. Inizia dando più energia anche nel pressing, poi però mette insieme la solita prova anonima. Si riscatta parzialmente nel recupero, quando serve Kouame per l’occasione dell’ivoriano)
Beltran: 6,5. Buon primo tempo: esce a legare il gioco, si muove, serve i compagni. Il Franchi si esalta quando salta l’avversario in lob e si prende una punizione interessante. Bello anche il movimento con cui lancia Arthur per il 2-0. Soffre un po’ di più nella ripresa.
(dal 65′ Nzola: 5,5. Gioca più di mezz’ora, ma non si vede mai. Entra nel momento più complicato del match, è vero, ma fa troppo poco per aiutare la squadra. E i compagni, c’è da dire, lo supportano anche il giusto).
All. Italiano: 5,5. Serviva una reazione dopo Vienna, e stavolta l’approccio è giusto. Come a Genova. Due gol immediati, gara in discesa e gestione del pallone. Poi il ‘braccino’ nella ripresa, con la sofferenza per l’aggressività del Lecce e una gara clamorosamente riaperta. Senza riuscire poi a reagire con lucidità.
Di
Marco Pecorini