Fiorentina – Vlahovic, la battaglia prosegue. Nessun passo in avanti, anzi. Tutte e due le parti rischiano di restare ostaggio dell’altra
La querelle tra Vlahovic e la Fiorentina prosegue. Nessun passo avanti, da intendere come un eventuale compromesso sul rinnovo, anzi. Il messaggio mandato dal dg viola Barone è chiarissimo. La battaglia tra la società e l’entourage del calciatore va avanti. E non sembrano esservi soluzioni.
NO ILLUSIONI. “Non bisogna mai illudere i tifosi”. Ha aperto così il suo discorso sul tema Vlahovic Barone, perché per questa dirigenza la chiarezza nei confronti della famiglia viola è fondamentale, anche a costo di sollevare polveroni. Nessuno, dunque, pensi che ci siano nuovi spiragli per una permanenza (con rinnovo) a Firenze da parte di Vlahovic. Nonostante voci, rumors e un’intervista rilasciata in Serbia (non autorizzata dalla Fiorentina) che a qualcuno ha fatto intravedere dei margini di trattativa, essi non ce ne sono. D’altronde, ogni volta che la Fiorentina si è approcciata all’entourage del serbo, in mezzo a rimpalli tra il calciatore che diceva di parlare con l’agente e l’agente che diceva di parlare col calciatore, si è sentita rispondere con richieste più alte, sia sul tema ingaggio che sulle commissioni. Come a dire: no grazie. All’“appena mi offrono il rinnovo firmo” e alle parole a Dazn in cui Vlahovic diceva cose che, nell’ottica viola, non corrispondevano alla realtà, sono arrivate subito le pronte risposte del club gigliato. E così è stato anche stavolta.
CARTE SCOPERTE. Margini per ricucire non ce ne sono. A meno che Vlahovic non rompa con Ristic, cosa che appare, ormai, impossibile. Ed anche se fosse, è impensabile immaginarsi che un agente faccia tutto di testa sua, per quanto i legami analizzati anche da altre testate (Report, ndr), possano lasciar intuire che il calciatore non sia del tutto autonomo nelle decisioni. E non è un caso se Barone ha parlato di “grave mancanza di rispetto nei confronti di Commisso”. La Fiorentina, dunque, continua a viaggiare a carte scoperte. Così come aveva fatto Commisso stesso nel comunicato di ottobre: “Dal mio arrivo a Firenze ho sempre promesso ai nostri tifosi che sarei stato sincero con loro”, fu l’incipit del discorso del patron viola che, qualche giorno prima, rese anche pubbliche le cifre offerte al calciatore e le commissioni. L’obiettivo della Fiorentina potrebbe essere, dunque, stanare con chi l’entourage del calciatore abbia già eventuali accordi (sempre che ce l’abbiano)? Può essere, ogni congettura può rivelarsi giusta o errata. La sensazione resta sempre la stessa: che Ristic voglia portare Vlahovic alla scadenza del contratto. “Noi vogliamo che su questo sia fatta chiarezza”, appunto.
OSTAGGI. “Non vogliamo essere ostaggi di questa situazione”, ha anche detto il dg viola. Il problema, tuttavia, è che la Fiorentina lo è. Perché al giorno d’oggi non esiste un attaccante che possa sostituire Vlahovic, o meglio che sia forte come Vlahovic, che sia prendibile dalla Fiorentina. In più, aver insistito la scorsa estate su Kokorin come alternativa al serbo ha ‘costretto’ la Fiorentina a non potersi mai privare di Vlahovic. E così sarà ancora. Perché, ad oggi, non può esistere una Fiorentina che voglia lottare per l’Europa senza Vlahovic. Il serbo lo sa bene, nonostante alcune dichiarazioni. Su questo hanno potuto far ulteriore leva lui e il suo entourage. Senza tornare sul fatto che l’errore sia stato, o meno, non allungargli il contratto quando Prandelli lo promosse ad attaccante titolare della Fiorentina. “Se mi offrono il rinnovo firmo”, bis. La Fiorentina si è fidata, credendoci e dicendo no ad alcune offerte da quasi 60 milioni, ma poi…
Se dovessero arrivare offerte monstre alla Fiorentina a gennaio, inoltre, non arriveranno certo da chi ha già (presumibilmente) trovato accordi per un futuro prossimo, e quindi è logico attendersi che verrebbero tutte rispedite al mittente dal calciatore.
Allo stesso tempo, la Fiorentina è rimasta anche ostaggio di sé stessa. La battaglia su procuratori, commissioni e sulla necessità di regolamentare i parametri zero, infatti, cozza con chi pensa che Vlahovic e il suo agente debbano essere accontentati con nuove ulteriori offerte, magari con maxi premio alla firma. Sarebbe un autogol clamoroso in termini di credibilità per una proprietà che ha smosso mari e monti per un (legittima ed anche condivisibile) discorso etico.
Allo stesso tempo, però, Vlahovic potrebbe restare ostaggio della Fiorentina. Il suo contratto, infatti, scade nel 2023. Ma rinunciare alle sue (pazzesche) prestazioni, tenendolo fuori, avrebbe senso? Rinunciare ai milioni che comunque potrebbero entrare in estate, avrebbe senso? Come potrebbe la Fiorentina dire no a cuor leggero a cifre che valgono un fatturato di un anno con, al tempo stesso, la necessità di sostituire per il futuro Vlahovic?
L’ULTIMA VOLTA. La querelle, come detto, prosegue. La speranza è che Vlahovic risponda sul campo a suon di gol, così come fece dopo il comunicato di Rocco Commisso. E, forse, sarebbe anche meglio che parlasse solo con le prestazioni piuttosto che illudere, o anche solamente lasciar pensare che qualcosa sia cambiato o possa cambiare. La strada è tracciata, ed è fin troppo chiara. La Fiorentina non ha il coltello dalla parte del manico, ma può comunque decidere di non rimanere del tutto ostaggio di tale situazione. Come? Prendendo una punta forte, adesso o la prossima estate.
Di
Gianluca Bigiotti