L’ex allenatore toscano ricerca nei problemi con la squadra i motivi nelle dimissioni di Prandelli. Ha parlato al Corriere Fiorentino
«Parliamo di professionisti: un allenatore non lascia la propria squadra per motivi che non dipendono da ciò che succede la domenica in campo». Corrado Orrico, massese, 81 anni il 16 aprile, rigetta la disputa filosofica sulle dimissioni di Cesare Prandelli dalla Fiorentina. Proprio lui che, allenatore di lungo corso, soprattutto in Toscana (Massese, Carrarese, Lucchese e Prato) ultimamente si sta avvicinando alla materia leggendo i classici tedeschi.
Prandelli ha parlato di un «disagio» che alla fine «ha presentato il conto», lei però sembra un po’ scettico.
«La verità non è ciò che viene galla ma sta quasi sempre nel non-detto e, secondo me, in questo caso è da ricercare nel rapporto con la squadra. Di dimissioni se ne vedono poche, la decisione fa onore a Cesare però si tratta pur sempre di una resa. Un allenatore si sente sconfitto quando se ne va, per questo le giustificazioni non mi sembrano convincenti. La metterei più sul pratico».
La Fiorentina si è ripresa Iachini.
«Paradossalmente è un bene, è uno più disinvolto che non si fa troppe remore. Ha partecipato alla costruzione del gruppo, quindi riprenderlo ad allenare è una scelta legittima e responsabile del club. Secondo me finirà bene. Alla fine per il suo successore, nonostante alcune prestazioni e gare ben giocate, questa squadra si è dimostrata uno strumento difficile da gestire».
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Redazione LaViola.it