Rassegna Stampa

Ormai tra Pioli e la Fiorentina siamo ai titoli di coda. Aria pesante, resta solo la Coppa

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Le parole del presidente esecutivo Cognigni non stemperano la tensione, ma allargano il clima pesante in casa Fiorentina.

Hai voglia a far credere di aver parlato per provare a ricompattare l’ambiente. In realtà l’intervento del presidente esecutivo della Fiorentina Mario Cognigni ieri su Sky ha reso l’aria ancor più pesante dentro e attorno ai viola e specie nei confronti di Pioli. Che però da Montecatini ha scelto di non replicare: «Il presidente ha il diritto di dire quel che vuole, io di non commentare e di pensare a fare un buon finale di stagione. Non penso che le mie parole sul futuro abbiano destabilizzato la squadra a Cagliari e possano condizionarne il rendimento. Comunque mi pare evidente che nulla sul mio futuro è stato deciso». Così scrive Tuttosport.

ATTACCO. Ma cosa aveva detto qualche ora prima l’uomo di fiducia dei Della Valle? «Venerdì a Cagliari ho visto una squadra spaesata, senza identità, incapace di proporsi e del tutto diversa da inizio stagione Quella spregiudicatezza della gioventù ci avevano fatto ben sperare e deve essere motivo di riflessione per tutti». Primo affondo, non l’unico rivolto al tecnico che, in scadenza a giugno, un’opzione di rinnovo non ancora esercitata (e intanto circolano nomi di possibili sostituti, Di FrancescoDe ZerbiMaranDonadoniSemplici), si è sfogato nell’ultima settimana invocando chiarezza ad una società apparsa invece spiazzata e irritata dal suo sfogo.

RICHIAMO. «Il futuro? Siamo d’accordo con Pioli, e ci mancherebbe, che a fine stagione, dopo questo primo ciclo, andrà analizzato quel che ha funzionato e non – ha rimarcato Cognigni – Solo dopo si potranno tracciare eventuali future linee guida. Parlarne ora in modo estemporaneo, con risalto mediatico, mi è parso poco logico: è un argomento in questo momento poco significativo confronto agli obiettivi da rincorrere». Insomma un duro richiamo. «Spero che la pausa possa portare più equilibrio e riflessione da parte di tutti. Non intendiamo neppure considerare un calo di tensione o, peggio, deconcentrazione» la chiosa finale che non contribuisce certo a stemperare il clima.

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