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Orgoglio, gol e lampi di gioco adesso Pioli non si ferma più

Come riporta La Repubblica Firenze, è stato un marzo di dolore e di disperati addii. Il silenzio e gli striscioni per l’amico Mondonico, i cori al minuto tredici per il capitano che non c’è più. È stato un marzo di lacrime e ripartenze: per la vita, per la memoria di chi non c’è più, per l’orgoglio di un gruppo che tra le lacrime ha trovato la forza. Così contro il Crotone nasce la quarta vittoria consecutiva della Fiorentina, squadra alle prese con una stagione che nessuno potrà mai dimenticare. È stata una partita un po’ confusa che la Fiorentina ha preso prima grazie a una rete di Simeone, uno che non la metteva dentro dal 5 dicembre, e poi ha stretto forte in pugno quando è arrivata la superiorità numerica e tutto è diventato più facile.

Lì sono arrivati anche dei lampi di bel gioco, grazie al solito Chiesa e a Riccardo Saponara, fantasista in lotta con se stesso e bravo a cogliere l’occasione offertagli da Pioli, che sa bene quanto un dieci vero ( 8 per generosa umiltà) ti possa dare una mano quando il tuo gioco diventa prevedibile e il solo Chiesa non basta. Non è un caso se il secondo gol è nato da un bel duetto tra i due: la veloce prepotenza di Chiesa, il piede delicato di Saponara. La Fiorentina ha approfittato di un calendario favorevole per alzare la testa e rimettersi in corsa per il settimo posto. Nessuno potrà mai arrabbiarsi se questa squadra dovesse restare fuori dall’Europa League, ma di sicuro essere lì a combattere per qualcosa di tangibile è qualcosa di prezioso, è il racconto di un gruppo rinato nel dolore. Giusto ricordare che la formazione in campo era piena di toppe e di rammendi. Pioli ha approfittato dell’assenza di Benassi per tornare al suo amato 4- 2- 3- 1 e mettere dentro tutti quei giocatori sui quali la società ha investito parecchio senza avere in cambio qualcosa di decente.

Quel comunicato tirato giù dalla dirigenza per sottolineare il valore effettivo di gente come Cristoforo e Maxi Olivera ha sicuramente avuto il suo peso. D’altra parte il tecnico non aveva molte alternative, ma in partite come queste, in caso di emergenza, è giusto dare una possibilità a chi si sente messo in disparte. C’è chi reagisce con orgoglio e chi invece continua a vagare senza meta per il campo. Il povero Cristoforo è quello uscito peggio da questa sfida. Troppi palloni persi e la velocità di un vecchio interregionale in un giorno di sciopero. È evidente che il ragazzo vale di più di quello che abbiamo visto qui a Firenze. Anche perché altrimenti non si spiega il suo passaggio nel Siviglia. Ma di sicuro se questa per lui era un’occasione possiamo serenamente dire che lui non solo non l’ha sfruttata ma forse non se ne è nemmeno accorto. Quando hai metri e metri di vantaggio e riescono a fregarti il pallone mentre tu neanche te ne rendi conto c’è poco da fare. E anche da dire. Neanche Eysseric e Maxi Olivera hanno brillato ( meglio il francese), ma non sono andati nemmeno malissimo. Meglio Dabo, molto meglio Saponara, famoso per i suoi piedi educati e una certa discontinuità. La sua è stata una partita quasi perfetta e il duetto con Chiesa racconta di come quelli bravi abbiano facilità nel comprendersi e a trovare l’intesa. Questo fantasista che doveva spaccare il mondo era rimbalzato davanti a quella grande occasione chiamata Milan. Ritornare in provincia, cioè da dove sei partito, non è mai facile. La Fiorentina ha scommesso molto su di lui e adesso è arrivato il suo momento e il ragazzo se lo sta giocando molto bene. Adesso il ritorno a Udine e ai ricordi di quella domenica disperata. Marzo è alle spalle. La Fiorentina c’è.

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