Le condizioni di Barone restano critiche, in arrivo anche Commisso dagli Stati Uniti. Firenze con il fiato sospeso
Sono ore di ansia e angoscia. Di attesa di notizie che possano ridare speranza. Ore di paura. Firenze con il fiato sospeso. Dopo lo shock di domenica, un lunedì in cui tutto il mondo viola è proiettato con il cuore al San Raffaele di Milano, dove Joe Barone sta lottando tra la vita e la morte in condizioni critiche. Anche Italiano, Pradè e Burdisso sono tornati in giornata per stare vicino al direttore generale e ai familiari, mentre Rocco Commisso è atteso in Italia per le prime ore di mercoledì.
PIU’ CHE UN BRACCIO DESTRO. Se in un primo momento l’arrivo del patron non era previsto, il volo dagli Stati Uniti di Commisso è significativo dell’importanza e della drammaticità di queste ore. Per lui, Joe Barone, l”inviato speciale’ al Franchi in quei giorni di fine maggio 2019, per Fiorentina-Genoa che segnò l’ultimo atto dell’era Della Valle e un passaggio di consegne che si sarebbe materializzato da lì a poche settimane. Da allora Firenze è stata di fatto la casa del braccio destro di Rocco, diventato subito direttore generale e factotum nel mondo Fiorentina. Dall’impegno in prima linea sul fronte stadio alle battaglie in Lega, dalla nascita del Viola Park al rapporto con i tifosi, fino al calciomercato: in questi quasi 5 anni tutto è passato dalle mani e dalla scrivania di Barone, e di riflesso all’attenzione di Commisso. Che ha sempre difeso a spada tratta l’impegno e l’operato del suo uomo di fiducia.
L’ONDATA DI SOSTEGNO. L’ultima volta meno di un mese fa, dopo un paio di striscioni rivolti proprio a Barone: “Penso che gli attacchi ricevuti dai nostri dirigenti che si occupano di mercato siano fuori luogo. Nessuno potrà mai decidere, se non io, chi deve e dovrà lavorare nella Fiorentina”, scrisse Rocco in una lettera. Critiche, allora, relative al deludente mercato di gennaio, che però ora sembrano lontane anni luce rispetto all’ondata di messaggi di sostegno che si è rivolta, idealmente, verso il San Raffaele. Nel dramma, ancora una volta, Firenze si unisce. E anche il mondo del calcio, da Milano a Cagliari, fino a Roma, ha fatto arrivare la propria vicinanza al dirigente viola e a tutta la Fiorentina.
IL CALCIO IN SECONDO PIANO. Dura in queste ore, sul pianeta viola, provare a pensare al calcio e al futuro. Al recupero che sarà con l’Atalanta, alla ripresa degli allenamenti dei prossimi giorni, alla gara con il Milan post sosta. Alla Conference, alle semifinali di Coppa Italia, alla corsa all’Europa in campionato. Sembrano tutti appuntamenti lontanissimi. E soprattutto lontanissimi dalla realtà. Che impone di stare testa e cuore verso Milano, in attesa di barlumi di speranza, di miracoli, per chi crede. Anche in un mondo, quello del calcio, in cui il tempo scorre sempre estremamente veloce e si pensa sempre più al futuro che al presente, ora non si può guardare avanti. Sicuramente niente sarà come prima. Bisognerà capire la reazione psicologica e umana di una squadra abituata a condividere la vita quotidiana con un uomo che ora lotta per la vita. Così come sul lato operativo-organizzativo-dirigenziale i prossimi passi di una società in gran parte poggiata sul lavoro e la passione del direttore generale. Ma sono tutti aspetti che non possono essere presi in considerazione in questo momento. Queste sono ore di ansia e angoscia, di paura e speranza. “Forza Joe, Firenze è con te”.

Di
Marco Pecorini