Rassegna Stampa
Ora spazio ai rinnovi. Mandragora, distanza non incolmabile. Freddezza su Dodo
Per il centrocampista se ne riparlerà in questi giorni, ma il club ha un’opzione con almeno 25 presenze. Stallo sul brasiliano
Il mercato si è chiuso ma il lavoro dell’area tecnica, per il momento, non conosce soste: alla Fiorentina adesso l’urgenza si chiama rinnovi, scrive La Nazione.
DUE PRIORITA’. La semina portata avanti da Ferrari, Pradè e Goretti a proposito dei casi più spinosi – ovvero quelli legati a Mandragora, in scadenza nel giugno prossimo, e a Dodo, che si può svincolare nel 2027 – è stata per la verità fruttuosa solo in parte. Per il centrocampista l’intenzione di agosto era quella di tornare a confrontarsi con il suo entourage per trovare un accordo dopo la fine della sessione estiva, mentre per l’esterno regna ancora una discreta freddezza. Col giocatore che, da un lato, non sembra intenzionato a valutare la proposta che già mesi fa il club gli aveva sottoposto (prolungamento fino al 2029 con adeguamento dell’ingaggio superiore agli attuali 1,6 milioni netti) e la società che non si è più mossa dalla sua iniziale offerta. Se ne riparlerà, forse. Visto che – nonostante l’arrivo di Lamptey – l’ex Shakhtar anche per Pioli rappresenta un punto fermo.
DISTANZA NON INCOLMABILE. Anche Mandragora – e la riprova è il gol di Cagliari alla prima di campionato – ha un ruolo importante per il tecnico. Nonostante un accordo scadenza tra otto mesi ha anche un’opzione nel contratto che sposta il termine ultimo al 2027 in caso di 25 presenze da almeno 45′ (il classe ‘97 è già a tre). Per il prolungamento la Fiorentina ha proposto un incremento dello stipendio fino a 1,6 milioni netti mentre gli agenti continuano a chiederne 2: la distanza non è incolmabile. Nel 2026 scadranno anche i contratti di Sabiri più i nuovi arrivati Dzeko e Lezzerini, legati alle opzione che il club può esercitare, mentre nel 2027 da tenere d’occhio sia tre giovanissimi di belle ‘speranze (Fortini, Kouadio e Braschi, per il quale esiste una clausola per estendere l’accordo di altri due anni) sia Kouame e Marì.