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Ora l’Udinese: primo vero test contro una squadra ‘chiusa’
La Fiorentina è venuta fuori bene dall’inizio complicato, con calendario che ha opposto ai viola le prime tre della scorsa stagione. Ora il test bianconero.
‘A volte è più facile giocare contro grandi squadre che contro le piccole che si chiudono’. Un concetto che diversi allenatori hanno ripetuto più volte, specie negli ultimi anni. Specie se come Montella hai saputo trovare un equilibrio generale affidandoti poi alla fantasia e alla rapidità di una coppia come Ribery e Chiesa. Contro Juventus, Atalanta e Milan, ma anche alla prima contro il Napoli, la Fiorentina ha fatto sempre buone o ottime prestazioni. Magari soffrendo qualche fase di black-out all’interno della partita (vedi amnesie contro il Napoli o nel finale con i nerazzurri), ma tenendo sempre testa ad avversarie sulla carta più forti. E che soprattutto facevano la partita ‘a viso aperto’, senza badare solo a difendersi.
UNICA ‘STECCA’. L’unica partita che la Fiorentina ha veramente ‘steccato’, fin qui, è stata quella di Marassi contro il Genoa. I rossoblu di Andreazzoli imbrigliarono una Viola ancora in fase di costruzione (non c’era Caceres, Ribery entrò solo nel finale e Montella si affidava ancora al 4-3-3), in realtà non solo aspettando dietro la linea del pallone ma anche gestendo il gioco in alcuni momenti chiave del match (con palleggio comunque più nella propria metà campo che in quella avversaria, come evidenziano i dati della Lega). Il gol del raddoppio, comunque, arrivò proprio su una ripartenza veloce, con Kouame che beffò Ranieri e infilò Dragowski. Contro la Samp al Franchi fu invece la Fiorentina a colpire per prima con Pezzella (su assist geniale di Ribery), riuscendo poi a gestire e coprirsi bene fino all’ingenuità finale su Bonazzoli che ha messo a rischio i tre punti (poi comunque arrivati). Una squadra, quella di Di Francesco, che nonostante le difficoltà (anche senza Quagliarella) arrivò a Firenze praticamente con tre punte (Ramirez – poi Rigoni – più Gabbiadini e Caprari).
SQUADRA ‘CHIUSA’. Domenica quindi contro l’Udinese il primo ‘vero’ test (contro il Genoa era un’altra Fiorentina) per i viola contro una squadra che, secondo le linee dettate da Tudor, verrà a Firenze con più forza difensiva rispetto alle recenti rivali. Una squadra solida (e la più fallosa del campionato, con 16,8 falli fatti a partita) che ha trovato un suo equilibrio sul 3-5-2, con esterni difensivi e centrocampo molto muscolare (Jajalo nuovo perno per corsa e interdizione). Davanti i vari Okaka, Lasagna, Pussetto e Nestorovski provati nelle ultime gare hanno dato copertura e spinta nelle ripartenze, ma anche ‘peso’ in area di rigore. Rientrerà poi De Paul, che potrebbe dare ancor più sostanza al centrocampo e verticalizzazioni veloci alle ripartenze. Montella pensa a confermare il suo 3-5-2 con Chiesa-Ribery davanti che ha dato garanzie (e anche gol) nelle ultime partite. Funzioneranno anche contro una squadra più ‘abbottonata’ in difesa, e con meno spazi a disposizione? Ci riflette il tecnico viola, e chissà che proprio per domenica non possa variare l’interpretazione inserendo un attaccante di ruolo.
DIFESA ‘BASSA’. Per una Fiorentina che comunque ha trovato nelle ultime quattro gare (con il 3-5-2 e gli interpreti sempre confermati) una sua fisionomia e certezze importanti. Otto punti tra Juve, Atalanta, Samp e Milan, sette punti nella settimana di tre incontri ravvicinati: solo Inter e Juve hanno fatto meglio, con il bottino pieno. Ora però un’avversaria diversa, che anche contro il Bologna (successo 1-0 domenica scorsa) ha evidenziato un baricentro molto basso in fase difensiva (41,5 metri), dato molto vicino a quello del Genoa che sfidò a inizio settembre la Fiorentina (il Grifone si difese con baricentro medio a 40,7 metri), ben diverso invece da Milan (51,6) e Samp (46,8). Un ulteriore step per una Fiorentina in crescita. Che vuole arrivare alla sosta in piena zona Europa. Per la continuità servono tre punti anche nell’insidiosa sfida con l’Udinese.
