Sottotono nelle sfide di dicembre, ha pesato l’infortunio ma non solo. Oggi può partire anche dalla panchina
Questo è il momento in cui a Palladino serve Albert Gudmundsson. La migliore versione di, ovviamente. Non questa recente che potrebbe costargli il posto oggi a favore di Beltran, ma quella che il 22 settembre ha fatto il debutto in maglia viola segnando una doppietta per ribaltare la Lazio. Quella che in tandem con Kean poco dopo ha deciso la sfida con il Milan, sempre per fare un paio di esempi illuminanti, e non ce ne sono molti perché poco ha giocato l’islandese, tra infortunio portato dietro da Genova e infortunio subìto a Lecce: 8 presenze per appena 370 minuti in campionato, alle quali vanno aggiunte le 3 partite di Conference League per 118’, più il quarto d’ora di Coppa Italia contro l’Empoli con annesso rigore trasformato post 2-2 del 90’. Così scrive Il Corriere dello Sport – Stadio.
VALORE AGGIUNTO. Il rientro dal problema al bicipite femorale che l’ha tenuto fuori per quarantacinque giorni è uno dei motivi della versione “no Gud” vista contro Vitoria, Udinese e Juventus, e che spinge a pensare di nuovo Beltran alle spalle di Kean. Adesso è fondamentale ritrovare e rivedere il calciatore che per investimento economico, qualità e attitudini ha tutto per essere il valore aggiunto della squadra di Palladino. Nelle ultime partite forse gli ha pesato anche l’assenza di Bove accanto, che gli dava sicurezza e lo sgravava dei compiti di prima interdizione, ma ormai l’assenza di Edoardo è acclarata e quindi nemmeno può essere fatta una colpa a Beltran o Sottil, cioè ai due che si sono alternati nella posizione (non ruolo) che era di Bove, del rendimento dicembrino di Gud. È proprio che Gudmundsson stesso ha bisogno di riprendersi un ruolo da protagonista facendo quello che sa fare in modo naturale: il Napoli oggi è l’occasione perfetta, da titolare o subentrando non fa differenza per chi ha qualcosa in più del dna.
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Redazione LaViola.it