Il 2018 di Giovanni Simeone assomigliava più o meno ad un incubo. Dopo il gol all’Inter messo a segno il 5 Gennaio scorso, l’assenza dal tabellino dei marcatori fino alla rete messa a segno contro il Crotone sabato, era diventata ai limiti dell’insopportabile. Lo si era notato contro il Benevento, quando in una giornata particolare e drammatica l’ex Genoa al secondo errore clamoroso sotto porta si sarebbe rotto un braccio pur di scaricare su qualcosa di solido la rabbia accumulata. Per fortuna, il terreno di gioco del Franchi, non era poi così duro dopo la scarica di pugni rifilatagli dall’argentino.
A Torino prova anonima, col Crotone subito in discesa la sua partita, prima di sprecarne un altro. Quota 8 centri in campionato raggiunta. Ancora troppo poco per spazzar via dubbi ed insicurezze su chi con quella maglia sulle spalle nelle aspettative doveva avere ben altro rendimento. Anche perché non ha avuto praticamente mai concorrenza in stagione. Le ha giocate tutte, non saltandone neanche una, giocando sempre dal 1’, con la sua posizione di attaccante titolare della Fiorentina mai messa veramente in discussione dalle alternative: Babacar prima, e Falcinelli poi. 2391 minuti in questa Serie A, per 8 reti e 4 assist, con una media che arriva così ad 1 gol ogni 299 minuti. Troppo pochi, ancora.
Anche perché se è vero che in alcune gare l’ex Genoa è stato un pesce fuor d’acqua dalle trame di gioco viola, nonostante il grande lavoro di pressing, e sbattimenti vari che non fa mai mancare alla causa gigliata, è altrettanto vero che di occasioni Simeone ne ha avute. E tante: Simeone è infatti il 6° calciatore del campionato per tiri tentati, ben 74. 36 nello specchio, e 38 fuori dallo specchio.
Hanno tirato meno di lui Perisic (72 tiri – 9 gol) Ilicic (97 tiri – 10 gol), Dybala (72 tiri – 18 gol), Icardi (66 tiri – 24 gol), Higuain (64 tiri – 15 reti), Iago Falque (45 tiri – 10 gol), Inglese (48 tiri – 9 reti), Zapata (39 tiri – 9 reti). Giusto per fare degli esempi di chi ha segnato di più del Cholito ma ha avuto meno occasioni. E se il paragone con qualcuno proprio non regge, rispetto ad altri avrebbe potuto far meglio. Ma il destino può cambiare. Ancora nulla è perduto. 8 gol non sono pochissimi, ma neanche abbastanza. I 12 messi a segno al Genoa al primo anno di Serie A sono ed erano l’obiettivo minimo da raggiungere e superare in questa prima esperienza viola. E per farlo ne deve metter dentro altri 4/5 nelle restanti 9 giornate, ovvero viaggiare ad una media di 1 gol ogni 160 – 170 minuti, ovvero a velocità doppia rispetto a quella tenuta fin qui.
Ma c’è un’arma in più su cui potrà contare il Cholito in questo finale di stagione: Saponara. La capacità di mandare in porta il compagno che ha l’ex Empoli è ormai tornata sotto gli occhi di tutti. La giocata con Chiesa lo testimonia. Il futuro è ancora da scrivere, per Simeone. Perché con 24 anni ancora da compiere non potrebbe essere altrimenti.
Di
Gianluca Bigiotti