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Ora continuità, come all’andata. Iachini tiene tutti sulla corda. E inizia a cambiare la ‘sua’ Viola

Tra Samp, Milan e Udinese un girone fa arrivarono tre vittorie. Ora è tutto cambiato, ma serve un filotto per togliersi dai bassifondi.

Vedeva il bicchiere mezzo pieno già prima di Genova, considerando positivo il lavoro fatto in 45 giorni insieme. Beppe Iachini si gode una larga vittoria dopo quattro partite complicate e sfortunate, allontana l’incubo zona retrocessione ma mantiene alta la tensione dei suoi. Niente lunedì libero, tutti subito in campo con la testa già al Milan. Troppo importante, del resto, dare adesso continuità di risultati. E di prestazioni. Perché il campionato è strano e le squadre di bassa classifica stanno trovando una loro fisionomia: meglio togliersi prima possibile dalle sabbie mobili, per giocare con più spensieratezza con uno sguardo anche rivolto al futuro.

FILOTTO. Obiettivo primario 40 punti, poi ‘parte sinistra di classifica’, come ripete spesso Commisso. Ma innanzitutto servirà trovare un buon filotto positivo di risultati. Così come era accaduto all’andata. Quella Fiorentina di Montella aveva trovato una sua identità con il 3-5-2 e Ribery-Chiesa in attacco, e tra Sampdoria, Milan e Udinese infilò tre vittorie di fila. Prima erano arrivati anche i pari contro Juve e Atalanta, poi dopo con Brescia-Fiorentina 0-0 e soprattutto Fiorentina-Lazio 1-2 cambiò tutto. Quei 9 punti ravvicinati tra Doria e friulani, però, dettero una bella boccata d’ossigeno. Un filotto che adesso spera di ripetere anche Iachini, che intanto nel rendimento andata/ritorno è a +2 su Montella per quanto riguarda le prime 5 giornate (con l’Aeroplanino i viola fecero 5 punti, 7 adesso con Beppe).

TESTA. Chiaro che nel frattempo tutto è cambiato e che ogni partita ha le sue difficoltà, ma dopo la cinquina a Marassi tutti si sono subito concentrati all’impegno di sabato contro i rossoneri di Pioli (che tornerà per la prima volta al Franchi da avversario). “Niente giorno libero, abbiamo provato a convincerlo ma Iachini vuole tutti subito sul pezzo”, ha detto da Genova Pradè. Lavoro sul fisico ma soprattutto sulla testa, per il tecnico viola: contro la Samp la Fiorentina ha giocato con grande determinazione e concretezza, continuando a fare la partita e ad attaccare anche a risultato acquisito. Il gol nel finale ha fatto un po’ arrabbiare Iachini, ma l’atteggiamento generale – al di là degli episodi che stavolta hanno detto bene ai viola – è stato quello giusto. Di chi voleva aggredire la partita e mettere da parte paure e ultime sconfitte contro tre big.

LA VITTORIA AL FRANCHI. “Al Franchi abbiamo ancora un po’ di influenza”, ha ripetuto spesso il tecnico viola sulla pressione che sentono i giocatori nel giocare a Firenze. Il pubblico li carica, ma è come se la palla pesasse di più sul terreno del Franchi. Un peso psicologico che i viola non riescono a togliersi di dosso facilmente, scorie che derivano da tanti mesi a lottare nei bassifondi, a guardare da vicino la zona retrocessione. Non a caso in campionato sono arrivati più punti in trasferta (15) che in casa (13), dato ripetuto anche sotto la gestione Iachini. La speranza è che sabato Pezzella e compagni possano invece ripetere la prestazione di Genova, oppure quella di Napoli o con l’Atalanta in Coppa. O magari, invece, quella di San Siro dell’andata, quando però c’era un Ribery che – quanto a personalità e assoluta qualità – continua a mancare (tantissimo) a questa Fiorentina.

CHE FEELING CON I GIOVANI. Una Viola che davanti si affida così da tempo ai suoi giovani. Nessun bomber navigato, ma un esterno convertito in attaccante (che ha dimostrato di essere determinante anche da punta, in certi tipi di partite) e un fresco 20enne che ha una voglia matta di spaccare il mondo. Mentre scalpita un Cutrone che dopo il buon impatto sta un po’ facendo fatica ad emergere. Ma arriverà anche il suo momento, magari nella gara da grande ex (lui, cresciuto in rossonero) contro il Milan. Iachini punzecchia e si gode i suoi giovani, dopo aver tenuto anche Sottil e aspettando in prospettiva futura anche Kouamé. Il rimprovero a Vlahovic sull’esultanza, il rapporto speciale con Chiesa: un feeling tra Beppe e i talenti(ni) offensivi che ha una storia lunga, che parte da Icardi e passa per Dybala, Belotti, Vazquez, Duvan Zapata e Politano.

CAMBIAMENTI. Nel frattempo Iachini sta anche provando a cambiare pelle alla ‘sua’ Fiorentina. “Con il lavoro la squadra dovrà diventare sempre più figlia del suo allenatore”, il primo concetto espresso da Beppe al suo arrivo. Il tecnico si aspettava (e si aspetta) miglioramenti sul piano qualitativo e della gestione del pallone, intanto nella rocambolesca partita di Genova la Fiorentina per la prima volta dal suo arrivo ha chiuso la gara con il 56% di possesso palla (dopo essere stata per otto volte inferiore agli avversari per mole di gioco). L’allenatore a Marassi ha cambiato ben 4 interpreti rispetto alla partita precedente contro l’Atalanta (Caceres, Duncan, Badelj e Vlahovic), modificando in particolare l’assetto del centrocampo. Proprio lì in mezzo, con l’inserimento di Duncan e il ritorno in condizione di Badelj (che comunque sabato sarà squalificato), Iachini adesso ha più scelta. Una ‘ricchezza’ numerica che fin qui non aveva mai avuto. Un’evoluzione che potrà portare la Fiorentina anche a cambiare modulo e atteggiamento rispetto al 3-5-2 (o 5-3-2). Ad esempio spostando Chiesa sulla fascia con due punte centrali (Vlahovic-Cutrone), oppure passando al tridente e ad un 4-3-3, anche verso il rientro di Ribery. Ma è chiaro che prima servirà la sostanza. Ovvero i punti, necessari per togliersi quanto prima dalla zona calda. In maniera definitiva.

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