Mancava solo il gol a Vlahovic, e contro il Benfica è arrivato assieme ad un palo colpito. Il serbo scalza in maniera netta Simeone dal ruolo di vice numero 9, che arriverà dal mercato
Gli attestati di stima Vincenzo Montella glieli aveva fatti arrivare già prima di partire per la tournée americana. Lui, che di attaccanti se ne intende avendo segnato quasi 200 gol in carriera, si aspettava molto dal serbo in questo trittico di partite. E un po’ di pressione, a suo modo, gliel’aveva anche messa ponendolo ufficialmente al pari di Simeone nelle gerarchie della nuova Fiorentina 2019-20.
ASCESA VLAHOVIC Il tutto fregandosene altamente di valutazioni economiche, ammortamenti, minusvalenze etc. Ma stando solo a discorsi tecnici e di campo. Niente più influenze economiche sulle scelte tecniche, come aveva anche fatto intendere lo stesso ds viola Pradé, e come è giusto che sia quando fai l’allenatore e devi scegliere su chi puntare o meno. In barba ai quasi 18 milioni spesi per il cartellino del Cholito due anni fa, senza considerare che Vlahovic non ha ancora messo insieme 200 minuti in Serie A, e che alla voce gol segnati Simeone batta il serbo 20-0. Alla fine ne resterà uno solo, aveva detto il mister viola. E se c’erano dei dubbi, prima di questa ICC, al termine di queste due settimane le gerarchie e le risposte sono chiare.
ECCO IL GOL Gli mancava solo il gol al classe 2000 per suggellare con una promozione ampia questa prima parte di ritiro. E contro il Benfica è arrivato pure quello. Oltre ad un palo clamoroso e qualche altro ottimo spunto. I movimenti sono quelli giusti, da centravanti vero, la fisicità è importante, e la tecnica continua a migliorare.
Se contro l’Arsenal aveva solo sfiorato la rete tra un paio di parate del portiere avversario e un mancino liftato uscito di un niente, dopo la gara con i lusitani arrivano i complimenti di Montella e sensazioni sempre più convincenti: Vlahovic merita ampiamente di giocarsi le sue carte a Firenze con la maglia della Fiorentina. Molto più di Simeone che deve cambiare aria per provare a ritrovarsi.
Certo non è pensabile affidargli la maglia numero 9 e mettergli sulle spalle un macigno gigantesco. È pur sempre un 2000, e le pressioni della Serie A sono di tutt’altro tipo rispetto alle gare amichevoli estive e al Campionato Primavera. E su questa idea stanno lavorando gli uomini mercato viola. La strategia è chiara. Un centravanti forte, pronto, e Vlahovic alternativa. Dalla prossima settimana si lavorerà in tale direzione.
ATTEGGIAMENTO CHE PIACE E non sono solamente giocate e caratteristiche che stanno portando sempre più verso la conferma del serbo. Ma anche atteggiamento e dedizione. E’ sempre il primo ad arrivare al campo, e in ogni allenamento viene descritto come una macchina da guerra con l’obiettivo costante di migliorarsi. Nonostante il declassamento da alternativa per la prima squadra, come era stato dipinto un anno fa, a centravanti della Primavera, non ha quasi mai storto ciglio, facendo ciò che ci si aspettava da lui: fare la differenza con la formazione di Bigica. Adesso i tempi per fare il salto definitivo sembrano davvero essere maturi. Se non ora, quando?
Anche perché il Cholito ha dimostrato i soliti limiti tecnici, nonostante il gol col Chivas in apertura di ICC. In Usa, così come a Moena, dove era apparso decisamente meno in palla del serbo. Mettici poi il peso mentale di dover riscattare una stagione negativa con le mille pressioni che ha dimostrato di soffrire, il mal di pancia di dover fare l’alternativa alla punta che arriverà e di non avere più alcuna certezza di essere titolare, oltre all’avere caratteristiche che mal si sposano con il 4-3-3 su cui Montella lavora e lavorerà. E si ottiene la somma più evidente: a partire sarà l’argentino. Dove e come? Sarà il mercato a dirlo. Il campo, fin qui, ha già espresso il suo verdetto. E la bilancia pende nettamente il favore del serbo.
Di
Gianluca Bigiotti