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Oltre Pairetto e il Var, l’Atalanta si è dimostrata più forte. Cosa non ha funzionato ieri?
La delusione di ieri per il pareggio contro l’Atalanta, che ha negato alla Fiorentina di accaparrarsi tre punti importanti per smuovere la classifica dei gigliati, è ancora cocente. Così come bruciano ancora gli errori di Pairetto e l’incomprensibile gestione del Var: quella “moviola in campo” che doveva cancellare gli errori evidenti ma che ieri si è dimostrata ancora lontana dal tenere fede al suo scopo. Per parlare di ciò vi rimandiamo a QUESTO articolo; in questo focus vogliamo per un attimo concentrarci su cosa non ha funzionato della Fiorentina ieri sera, a prescindere dagli evidenti errori arbitrali.
Se facciamo un gioco e cancelliamo per un attimo le sacrosante discussioni sulle decisioni arbitrali di ieri sera, non possiamo che ammettere una cosa: sul piano del gioco e delle occasioni create l’Atalanta ha meritato il pareggio. In quella che era una sfida per testare il valore dei viola contro un’avversaria con obiettivi simili, la Fiorentina, dopo un inizio promettente, si è dimostrata ancora un gradino sotto ai bergamaschi, soprattutto nel secondo tempo. I nerazzurri sono arrivati alla conclusione in porta cinque volte, e solo un grande Sportiello ha negato loro il gol, fino alla beffa finale firmata Freuler.
Di contro, la Fiorentina conferma le difficoltà paventate nelle ultime due uscite a tirare in porta (solo due conclusioni nello specchio su 10 totali) e in generale a creare concrete palle gol. Difficoltà che non possono lasciare tranquillo Pioli: non può esserci sempre una magia di Chiesa a sbloccare una partita. Anche stavolta Simeone non è riuscito a convincere a pieno: nonostante l’impegno e la corsa del ragazzo non siano in discussione, il Cholito continua ad essere sterile sotto porta, fissando sullo zero il numero di tiri verso la porta di Berisha (e sono zero i tiri in porta nelle ultime tre uscite). Incredibile, poi, l’occasione sprecata da Babacar: in un momento in cui l’argentino non riesce ad ingranare in zona gol, El Khouma aveva l’ennesima occasione della sua carriera di sovvertire le gerarchie, o quantomeno di mettere in difficoltà Stefano Pioli nelle scelte future.
Invece, oltre alla bella palla per Gil Dias (dove Pairetto e il Var ci hanno messo del loro) e alla solita indolenza in fase di non possesso (evidenziata dallo stesso tecnico gigliato), di Babacar ci si ricorderà principalmente per la clamorosa palla gol gettata al vento nel finale di gara. Errore che si rivelerà fatale, vista la rete dei bergamaschi nei successivi minuti di gioco. Sembra quasi un segno del destino per questo ragazzo innamorato di Firenze, ma che da anni in campo non riesce proprio ad essere incisivo come gli si chiede.
Oltre alla fase offensiva, l’assenza di Badelj a centrocampo si è sentita eccome. Il suo sostituto Sanchez, per caratteristiche, ha rallentato eccessivamente il gioco in diverse occasioni, rendendo più lenta e prevedibile la manovra viola. La fase difensiva, anche per meriti di un avversario che porta tanti uomini di qualità a ridosso dell’area di rigore, non è stata impeccabile. Abbiamo visto un Veretout, caparbio come sempre, andare troppo spesso a vuoto nel tentativo di interrompere le linee di passaggio dell’Atalanta. Occhio di riguardo sui corner: è vero che la qualità dei palloni messi in mezzo dal Papu Gomez avrebbe messo in difficoltà molte squadre, ma la Fiorentina continua ad essere troppo incerta sulle situazioni di palla ferma; anche Sportiello deve essere più sicuro nelle uscite.
Infine, qualche dubbio lo lascia la decisione di Stefano Pioli di non rinforzare il centrocampo in un secondo tempo nel quale la Fiorentina, in vantaggio di una rete, stava soffrendo. Il cambio di Eysseric al 75′ al posto di Thereau, in modo da lasciare inalterato il 4-2-3-1, lascia perplessi: forse un Benassi o un Cristoforo in più con un centrocampo a tre sarebbe stato maggiormente proficuo per il finale di gara.
Queste considerazioni scomparirebbero se alla Fiorentina fossero stati concessi i due solari calci di rigore, con conseguenti tre punti in tasca? Purtroppo no. Ciò significa che il lavoro svolto fin qui da Pioli è tutto da rifare? Assolutamente no. La Fiorentina ha compiuto dei passi in avanti evidenti rispetto alle prime due uscite, ma Pioli necessita ancora di tempo per oliare i meccanismi di una squadra che ha un mese di vita. Insomma, non avevano ragione gli esaltati dopo le due vittorie consecutive contro Verona e Bologna e non hanno ragione i disfattisti che dopo un punto in due partite (contro Juventus e Atalanta, mica squadrette) vedono questa giovane Fiorentina già condannata ad un campionato mediocre.
La verità, come quasi sempre accade, sta nel mezzo. Al momento questa squadra non è ai livelli delle prime formazioni del campionato. In futuro chissà. Sapevamo che avremmo dovuto scoprire questa squadra giornata dopo giornata. Di certo alla sesta di Serie A non ci sono ancora sufficienti garanzie per provare a tracciare il cammino di questa Fiorentina.
