Beppe aveva preso la Fiorentina a tre punti dalla retrocessione, nel giro di quattro partite è cambiato tutto. Un impatto devastante, oltre ogni aspettativa.
Praticità, punti ma anche idee precise. Appena venti giorni di lavoro ma la mano di Iachini sulla Fiorentina si vede già in maniera evidente. Arrivato in viola per togliere una squadra timida e impaurita, in preda alle difficoltà, dai guai di una classifica pericolosa. Dopo appena quattro partite Beppe ha già ri-conquistato Firenze. Con il suo atteggiamento, sì, con la sua grinta e il suo mantra ‘lavoro, lavoro, lavoro’. Ma anche, e soprattutto, con i risultati del campo. Quelli che alla fine contano. Un pareggio con rimonta subita al 94′ a Bologna, tre vittorie nel giro di una settimana contro Spal, Atalanta e Napoli. Niente male, per una squadra che nelle precedenti sette partite di campionato aveva totalizzato appena due punti. Aveva preso la Fiorentina a +3 sulla zona retrocessione, adesso i viola sono a +9 dal terz’ultimo posto, hanno agganciato il Napoli (oltre che Bologna e Udinese) e puntano la parte sinistra di classifica (distante due punti).
OLTRE LO SCETTICISMO. Ha sorpreso tutti, Iachini. Anche, e soprattutto, la parte più scettica di Firenze. Che inizialmente aveva storto il naso per l’arrivo di un allenatore che, benché apprezzatissimo come uomo, non rappresentava sulla carta un profilo che potesse dare troppe prospettive ad una squadra in piena crisi. Un tecnico per l’immediato, ma poco per il futuro. Una sorta di ‘ridimensionamento’, era sembrato a diversi, dell’ambizioso progetto di Rocco Commisso. E invece proprio il presidente viola, che ha affidato la squadra a Beppe dopo le relazioni dei suoi dirigenti, è stato tra i primi ad applaudire l’applicazione e l’atteggiamento del tecnico e della squadra in campo. “Iachini è come me, lavoratore e grintoso”, ha ripetuto più volte Rocco. E il lavoro, fatto di doppie sedute, tanta corsa, giornate intere al centro sportivo, sta pagando alla grande.
GRANDE INTESA CON CHIESA. Con un feeling nato subito con tutti i giocatori. “A partire dai veterani“, ha confessato Iachini. E in tanti sono rinati in poche settimane. “Il mister ci ha dato subito una grande mano a ritornare in forma”, ha detto Chiesa, non l’unico a soffermarsi proprio sul piano fisico che è tornato preponderante con Beppe. “Appena è arrivato abbiamo parlato e ci siamo capiti subito su quello che dovevamo fare. C’è grande forza e unione di gruppo”. Proprio il nuovo Chiesa è il segnale migliore di come la storia di molti giocatori sia cambiata. Interviste, sorrisi, incitamenti continui ai compagni. Ed esultanze ai gol che raccontano perfettamente l’alchimia ritrovata del gruppo. Con Montella qualcosa si era incrinato negli ultimi tempi, con Iachini l’intesa è stata immediata. Fin da quei colloqui al centro sportivo per le vacanze di Natale, con il 25 viola rimasto a lavorare per recuperare dall’infortunio. Con la Spal la grande voglia non era stata accompagnata dalla giusta brillantezza fisica, mentre a Napoli Chiesa è stato devastante. E decisivo. Com’era stato pochissime volte nel girone di andata.
RINATI. Per non parlare di Benassi. Un giocatore fuori dal progetto tecnico-tattico di Montella, rilanciato da Iachini al posto di Badelj, con Pulgar spostato centralmente. E l’ex Torino, con un centrocampo impostato in maniera diversa, è tornato ai suoi livelli: inserimenti, corsa, riempimento dell’area. Il gran gol a Bologna, e l’assist preciso per Chiesa al San Paolo. E Lirola? “Ha un carattere troppo tenero, deve diventare un po’ più ignorante”, aveva detto Iachini, che lo aveva valorizzato già al Sassuolo. E lo spagnolo si è tolto in pochi giorni di dosso molte delle paure che lo avevano frenato nei primi cinque mesi in viola. Più determinazione nelle giocate, più sfrontatezza nel puntare l’avversario, e quel gol bellissimo che ha dato la vittoria contro l’Atalanta. Fino all’assist per Vlahovic a Napoli, dove a Castrovilli aveva servito una palla perfetta nel primo tempo. “Vedo qualche giocatore che sembra il fratello brutto di se stesso, vedo sbagliare passaggi di 5 metri per la paura ma è chiaro che la vera versione non è questa”, aveva detto qualche giorno fa il tecnico. La cura Iachini, per diversi interpreti, sembra già funzionare.
SCALARE LA CLASSIFICA. Chiaro che il percorso sia solo all’inizio, un girone intero da giocare e tante difficoltà da affrontare. A partire dal Genoa, prossimo avversario al Franchi: una riprova per capire se davvero la Fiorentina è più matura anche contro squadre di medio-bassa classifica, dopo le prove concrete ma non spettacolari contro Bologna e Spal. Mancherà Dalbert, e la sua sostituzione non sarà così banale: Venuti (complicato pensare a Terzic e Maxi Olivera), oppure Caceres o un cambio di modulo (difesa a 4) per ovviare alla mancanza a sinistra. Passo dopo passo, i viola provano a riprendersi il loro campionato. “Ora vogliamo scalare la classifica”, hanno detto Iachini e i giocatori. Com’è cambiato il mondo viola in una settimana.
Di
Marco Pecorini