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Olimpico terra ostica. Impresa cercasi. E quegli intrecci Borja, Spalletti finiti nel nulla

Con le grandi la Fiorentina sa districarsi meglio che contro le piccole. Ormai è diventato un dato di fatto. Non può essere un caso se contro il Napoli, ad esempio, la squadra di Sousa ha sempre fatto grandi prestazioni, così come contro la Juve. A volte è mancato il risultato. Così come altre volte invece è arrivato dopo prestazioni pessime o comunque brutte contro altre piccole. All’Olimpico la Fiorentina non vanta certo uno score di cui vantarsi. Tantissime le sconfitte contro la Roma in terra nemica per i colori viola. L’anno scorso fu addirittura 4-1. Mettici poi che in casa la squadra di Spalletti le ha vinte tutte fin qui in campionato facendo 10 su 10, ed il timore di uscire con le ossa rotte dalla trasferta romana è sempre più forte. L’andata del Franchi conferma quando detto sopra, tuttavia. Contro le grandi tutto può succedere. Certo è che l’approccio alla partita dovrà essere ben diverso rispetto ad altre gare. Entrare in campo come a Milano con l’Inter, o come a Pescara, potrebbe sarebbe un suicidio.

Roma, la Roma, ed i tanti intrecci. Borja Valero è stato l’ultimo. Lo spagnolo è stato a lungo corteggiato da Spalletti la scorsa estate. Ma anche prima. Ne ha sempre parlato benissimo il tecnico toscano. E chissà se quel preliminare di Champions contro il Porto avesse avuto esiti diversi per la Roma se il 20 viola sarebbe ancora a correre sul terreno del Franchi in maglia viola. Probabilmente si, perché lo spagnolo ha sempre detto di voler rimanere a vita a Firenze. Ma qualche scricchiolio in estate c’è stato. Soprattutto su una questione ancora da affrontare: il rinnovo di contratto che gli era stato promesso dalla vecchia gestione. Che poi, con l’avvento di Corvino, è caduto nel dimenticatoio. Alla fine, però, la Roma non ha affondato il colpo, e tutto è finito in una bolla di sapone. Anche se la politica di Corvino, sui rinnovi degli over 30, la conosciamo tutti. Ed anche Gonzalo Rodriguez non fa eccezione. Come non la farà Borja Valero. Che tuttavia ha un contratto con la Fiorentina fino al 2019. Poi si vedrà.

Intreccio Borja, ma anche Spalletti stesso. Lui in primis. Tante volte accostato alla Fiorentina ma mai sedutosi sulle panchine del Franchi se non da avversario. Facendo anche spesso e volentieri scherzetti alla viola. Ai tempi del divorzio con lo Zenit tutto sembrava in discesa. Lo stimolo di prendere la guida della squadra del cuore c’era e c’è sempre stato. Ma con qualche intoppo: fare il profeta in patria è più un problema che una facile missione, vedi Viviano, e soprattutto gli emolumenti. La burocrazia fiscale russa impediva a Spalletti di legarsi al club dei Della Valle, fin quando poi non è arrivata la Roma ad offrirgli 3 milioni di euro netti a stagione. Cifra completamente fuori budget per la Fiorentina.

Tante, sempre tante, le parole di stima da parte di Spalletti verso Paulo Sousa. “Tenetevi stretto Sousa” disse una volta il tecnico giallorosso che del portoghese ne ha sempre elogiato idee, meriti, e filosofia calcistica. Il 4-1 di un anno fa lo ha vendicato bene al Franchi Sousa stesso quest’anno. Adesso il nuovo faccia a faccia. Intrecci un po’ diversi rispetto alle ultime stagioni, quando la schiera di romanisti ed ex tali riempiva la rosa della Fiorentina. Dal campo Aquilani, Pizarro, passando per i Lupatelli, i Rosi, i Luca Toni, alla panchina, con Vincenzo Montella nella hall of fame giallorossa, dove ha iniziato anche a muovere i primi passi da allenatore, fino alle scrivanie con Daniele Pradè ed Elena Turra. Momenti amarcord. Dall’altra parte gli Osvaldo, i Lobont, i Balzaretti, ed anche lo Zeman che una parte di Firenze voleva ai tempi del post Mihajlovic-Delio Rossi-Guerini. Poi Ljajic, passato alla Roma per 11 milioni più bonus grazie al lavoro di Pradè stesso. Etc. Era praticamente diventato un derby. Oggi c’è Astori a giocare da ex, con un dente avvelenato colossale, visto che nella capitale fu bollato come brocco e che a Firenze è rinato.

E sul fronte quasi ex ce ne sono una valanga. Da El Shaarawy, a Mario Rui, passando anche per De Rossi e Nainggolan. Tutti, chi più chi meno accostati alla Fiorentina, senza mai arrivare. A lungo inseguito dalla Roma è stato invece anche Gonzalo Rodriguez, non di recente ma un paio di anni fa.

Storia di intrecci. Il più famoso è ovviamente quello di Batistuta. Quel gol in maglia romanista contro la Fiorentina fa ancora male a chi ha amato il Re Leone più di ogni altra cosa. Ma è storia d’altri tempi. Il più fastidioso quello Salah. La vicenda è ormai nota,ma quel “Salah mai in Italia” è sempre in bocca ai detrattori dei Della Valle. Per fortuna martedì sera non ci sarà visto che contro i viola ha già siglato 3 reti. Oggi c’è una Roma che in casa ha vinto tutte le partite di questa Serie A. E fare l’impresa all’Olimpico sarà ben più che cosa ardua. Ma prima o poi, dovranno pur steccarne una i giallorossi. E allora, provaci Fiorentina. Kalinic, Gonzalo, Tatarusanu in probabile recupero. Berna e Astori in sicuro rientro dopo la squalifica. Il magi moment di Chiesa etc. C’è di che ben sperare.

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