Prima le scuse del presidente, poi la parola d’ordine del nuovo corso: ambizione. Ora però servono i fatti per certificare il rilancio viola
Ambizione è la parola da cui riparte la Fiorentina dopo il triennio di Italiano e con mister Palladino in panchina. L’obiettivo sportivo, dichiarato dai dirigenti, si conferma essere quello degli ultimi anni: migliorare l’ottavo posto in campionato e (magari) vincere qualcosa. Anche perché, come sottolineato anche da Pradè, il rammarico di essersi fermati a 1 punto dall’Europa League è grande in casa Fiorentina.
Ma nel concreto cosa vuol dire migliorare l’ottavo posto? Significa banalmente arrivare più in alto in classifica. Ancora più banalmente significa arrivare davanti almeno a una tra: Inter, Milan, Bologna, Juventus, Atalanta, Roma, Lazio e ci dobbiamo mettere pure il nuovo Napoli di Conte. Tutte squadre che pronti via giocheranno per un posto in Champions League.
Insomma è inutile girarci intorno, se la Fiorentina vuole tornare protagonista in campionato, e vuole davvero togliersi da questo limbo dell’ottavo posto deve trovare il modo di costruire una rosa ben più forte di quella vista negli ultimi tre anni. Come ha detto Italiano nel congedarsi: “Abbiamo fatto il massimo“. Ecco è esattamente così: questa Fiorentina più di così non può fare. Con le finali raggiunte e l’ottavo posto raggiunto e confermato la Fiorentina ha toccato il suo apice.
Ora per andare oltre non basta un cambio in panchina ma serve alzare l’asticella della squadra. Giocatori più forti, squadra più completa, e ciò significa spendere di più sul mercato ma soprattutto limitare al minimo gli errori. Anzi sarebbe auspicabile visto quanti giocatori dovrà cambiare la Fiorentina che Pradè e Goretti azzerassero completamente gli errori sul mercato. Proprio perché, come detto, servirà una Fiorentina capace di lottare con chi vorrà andare in Champions se davvero si vorrà dar seguito alla parola d’ordine: ambizione.
In bocca al lupo quindi ai dirigenti viola perché saranno chiamati a fare un mercato praticamente perfetto. Cosa che negli ultimi anni non si è verificata. Ma è un nuovo inizio anche per loro e allora attendiamo con fiducia e speranza le prime mosse.
E questa ambizione ricade su Palladino: pronto a dimostrare il suo valore
Palladino per qualcuno ricorda il primo Italiano. Ma il primo Italiano arrivava da una gavetta ben più lunga (e ricca di soddisfazioni) tra serie C, B e A. Palladino ha impressionato tutti prendendo un Monza disperato con Stroppa e rilanciandolo in quella metà classifica chiesta dalla proprietà brianzola.
Ha avuto la possibilità di crescere coccolato da Galliani, uno dei massimi dirigenti del panorama italiano. In questi suoi primi due anni di Serie A ha dimostrato grande duttilità e idee interessanti. Ma ora deve andare oltre. Deve confermarsi a Firenze e soprattutto arrivare dove non è arrivato Italiano. Ovvero a vincere.
Toccherà alla società proteggere e aiutare Palladino. E’ un allenatore giovane che per la prima volta dovrà gestire una piazza ambiziosa ma rimasta all’asciutto anche stavolta, dovrà gestire tre impegni (e sappiamo quanto Commisso tenga alle coppe). E dovrà fare tutto questo con una Fiorentina che sarà profondamente rinnovata sul mercato. E conoscendo le tempistiche della società il grosso del mercato si verificherà a ridosso dell’inizio della stagione.
Chiosa, ancora una volta, sullo stadio
Si poteva fare di più sul Franchi? Sì. Si poteva fare meglio? Sicuramente sì. La Fiorentina ha fatto qualcosa in questi anni per migliorare la situazione Franchi? No. Ma chiede a gran voce al Comune di bloccare i lavori senza proporre alternative. Anzi ammettendo di non avere alcuna alternativa al restyling del Franchi.
Quindi la soluzione, oggi, della Fiorentina è: rimaniamo con questo stadio. Lo stesso che perde calcinacci, come mostrato in diretta mondiale dal presidente Commisso. Lo stesso stadio, nelle stesse condizioni, in cui oggi lo vediamo e di cui tutti (giustamente) si lamentano.
Ed è giusto ribadire ancora una volta che non c’è alcuna possibilità che Commisso possa tornare sui suoi passi. Dunque o si va avanti con il restyling del Franchi oppure si continua ad andare in uno stadio che accusa tutti i suoi anni. La Fiorentina, ancora una volta, è arrivata fuori tempo massimo, senza alternative e con grande confusione in testa.
E, ancora una volta, è giusto ricordare che se la Fiorentina sarà costretta a festeggiare il centenario in uno stadio con ancora le gru all’opera sarà perché ha chiesto e ottenuto di giocare all’interno del Franchi durante i lavori allungandone così la cantierizzazione. Come spiegato più volte anche dai progettisti di Arup.
Di
Francesco Zei