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Editoriali

Obiettivo in campionato già salutato a metà gennaio, le coppe per salvare la stagione. Barone ‘blinda’ i pezzi pregiati, ma il mercato estivo è un flop

Commisso e Italiano

Undici punti dalla zona europea, -8 rispetto allo scorso anno: restano solo Coppa Italia e Conference. Tutto tace sul fronte mercato (in entrata)

Essere a metà gennaio e dire già addio all’obiettivo dichiarato in campionato. Ovvero fare meglio della scorsa stagione, superare il 7° posto, rientrare in Europa per dare continuità al percorso iniziato un anno fa. E invece gli undici punti che separano la Fiorentina dal gruppetto europeo sono un macigno sulla rincorsa che tutti avevano dichiarato di voler perseguire in questo inizio di 2023. Grande determinazione, a parole, da parte di tutti, una buona preparazione invernale e poi… va tutto in fumo, o quasi. Altro che Roma, Lazio o Atalanta, ora per la Fiorentina si apre un’altra fase del campionato. Quella in cui puntare ad essere la prima delle ‘altre’, ovvero la corsa (poco ambiziosa) all’ottavo posto. O alla “parte sinistra di classifica”, più volte citata dalla proprietà.

NUOVA FASE. E così, ad un passo dal giro di boa, Fiorentina-Torino di sabato sarà sì uno scontro diretto, ma molto probabilmente dai contorni poco entusiasmanti. “Il decimo posto è il nostro scudetto”, diceva Juric in settimana. E l’impressione è che nei prossimi mesi i viola se la debbano giocare proprio contro il Torino, l’Udinese, il Bologna, l’Empoli, il Monza e via dicendo. La classifica dice questo. Guardare più in alto diventa un esercizio quasi di fantasia. Anche se le aspettative erano ben altre. Del resto, la società non ha mai nascosto la sicurezza di avere a disposizione una rosa forte. Capace di ripetere (almeno) il campionato scorso. E anche per questo l’argomento mercato in entrata non è stato praticamente mai affrontato pubblicamente. Alibi ce ne sono stati, e sono ben noti: la preparazione iniziale, la scarsa abitudine a giocare ogni tre giorni (da parte di giocatori, allenatore e staff), i tanti infortuni. Punti e partite persi, con l’illusione di poter recuperare quando tutti gli effettivi sarebbero tornati a disposizione. Peccato che con questo ‘mantra’ il campionato stia scivolando via. E con un calendario che non aspetta, avere ancora tanti acciaccati (anche a Roma era vera emergenza) non apre buone prospettive sul cielo di Firenze.

CHI SI SALVA? Con i limiti che tornano fuori periodicamente. Specie quelli offensivi. Ma la società ha sempre ribadito la fiducia nei propri attaccanti, allontanando ogni discorso di mercato. La riprova del campo ha però riportato i soliti problemi. Jovic è parso quasi sempre un pesce fuori d’acqua in questa squadra, e dal Mondiale è tornato nella versione di inizio stagione, dopo qualche barlume (anche di gol) tra ottobre e novembre. Cabral ha vissuto un lampo contro il Monza per poi restare infortunato (anche sfortunato, ma pure per lui sono state parecchie le battute a vuoto davanti). E poi gli esterni, (ex) punto cruciale del calcio di Italiano: Ikonè aveva finito in crescendo ma è tornato nel tunnel, Saponara non garantisce continuità, di Kouame si apprezzano il sacrificio e la duttilità ma non può cambiare le sorti di una squadra da solo. Nico sta tornando, ma serve tempo. Sottil? Chissà, forse tra un mesetto.

MERCATO FLOP. In uscita però la società è stata chiara. “Non sono in vendita”, le parole di Joe Barone, che dopo alcune frasi che avevano lasciato in sospeso (“sono contento dell’interesse delle altre squadre ma ad oggi non è facile portare via un nostro giocatore“, aveva detto il dg; Nico rimane? Credo di sì. Le offerte sono buone, vuol dire che i nostri giocatori valgono, però bisogna vedere che facciamo”, gli aveva fatto eco Commisso) ha allontanato la pressione dall’estero su Gonzalez e Amrabat. Non ha detto che sono incedibili, ma certo la linea pare tracciata. Vedremo nelle prossime due settimane. Quando magari anche qualche rinforzo farebbe comodo, vista la situazione. Ammesso che possano arrivare giocatori in grado di dare qualcosa di positivo. Perché del mercato estivo si fa fatica a salvare, ad oggi, qualcuno. Detto di Jovic, in teoria vero colpo (anche d’immagine) in attacco per sostituire Vlahovic, parecchio deludente anche Dodo, acquisto più oneroso da 15 milioni più bonus: anche qui il paragone con Odriozola non regge. Il centrocampo? Da Torreira a Mandragora il passo è stato netto. E se in porta Gollini non è riuscito a cambiare le gerarchie, la vera ‘aggiunta’ rispetto alle ‘sostituzioni’ dei partenti è stata Barak. Ma anche da lui, a parte gli acuti nelle coppe, poca roba, nonostante gli oltre 10 milioni più bonus investiti (se scatterà l’obbligo di riscatto). Il tutto, vale la pena ricordarlo, con una cospicua disponibilità economica derivata (anche) dalle entrate per Chiesa e Vlahovic.

RESTANO LE COPPE. Certo, anche guardandosi indietro, le cose non erano andate meglio a gennaio scorso, con Cabral e Ikonè più un Piatek durato sei mesi. Tant’è, vedremo se cambierà qualcosa nelle prossime due settimane. Mentre sul campo la Fiorentina è chiamata a rialzarsi. Torino (casa), Lazio (fuori) e ancora Torino, di nuovo al Franchi, per quello che diventerà uno degli appuntamenti più importanti della stagione nei Quarti di Coppa Italia. Perché sì, se l’obiettivo in campionato è praticamente andato, nelle coppe la Fiorentina può ancora dire la sua. Centrare la seconda Semifinale di Coppa Italia consecutiva, ad esempio, non sarebbe male, per poi proiettarsi anche al playoff di Conference con un Braga però decisamente in forma (4 vittorie di fila e 2° posto in campionato davanti a Porto e Sporting Lisbona). Partite tutte da giocare, obiettivi ancora in piedi. Serve aggrapparsi a quelli evitando di ‘sbracare’ in campionato.

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