Quelle situazioni da chiarire, anche per Iachini. Obiettivo massima coesione per portare la Fiorentina alla salvezza
Riparte da Iachini, e dal gruppo, la corsa salvezza della Fiorentina, scrive il Corriere Fiorentino.
Lo spogliatoio viola sembra risollevato dal ritorno di Iachini. Eppure anche lui, in passato, ha avuto i suoi problemi. E gli stessi che oggi lo accolgono a braccia aperte (Ribéry, tanto per fare un esempio) sono quelli che l’estate scorsa salutarono col broncio la sua conferma.
Non è un mistero infatti, che il fuoriclasse francese coltivasse la speranza che la società puntasse su un tecnico diverso. Uno, magari, abituato a lottare per traguardi importanti. E che reazione possono avere ora i calciatori quando a più riprese la società ha fatto capire nei mesi scorsi che la conferma di Iachini è stato il «peccato originale» che ha compromesso l’intera stagione. Si diceva di Amrabat: la sua rottura con Prandelli nel post Fiorentina-Spezia (nonostante le smentite del mister) ha lasciato il segno. L’’ex Verona sarà contento per il ritorno di Iachini ma quando arrivò a Firenze, dopo aver rifiutato squadre come Milan e Napoli era convinto di ritrovare il suo mentore Juric.
Senza dimenticare Castrovilli e Callejon. Il primo si salutò con Iachini (nel giorno della sua ultima panchina, a Parma) con un sorriso a dir poco ironico per l’ennesima sostituzione. Il secondo, all’Olimpico con la Roma (dove giocò centravanti) al momento del cambio non passò nemmeno dalla panchina. Infine Vlahovic. Il serbo è stato l’unico a salutare pubblicamente Prandelli e con Iachini non aveva un gran feeling. Basta pensare a quanto successe dopo la sfida con la Lazio dello scorso campionato, nella quale fu espulso. Da quel momento, e nelle ultime otto gare, Dusan fu schierato tra i titolari soltanto in due occasioni.
Tante, dunque, le questioni da chiarire per ottenere la salvezza e poter contare su un gruppo unito e coeso.

Di
Redazione LaViola.it