I venti giorni della verità. Potremmo tranquillamente chiamarlo così il tour de force che contro la squadra di Gasperini si appresta ad inaugurare la Fiorentina di Paulo Sousa. Atalanta, Cagliari, Crotone, Bologna e Sampdoria, con nel mezzo andata e ritorno contro lo Slovan Liberec per chiudere il discorso qualificazione in Europa League. O bene bene, o male male. Cognigni così come Andrea Della Valle sono stati morbidi, ma chiari. La Fiorentina deve stare più in alto rispetto a dove si trova adesso in classifica. Idem il messaggio arrivato da Pantaleo Corvino. Ora tocca a Paulo Sousa. Se questo ciclo di gare non dovesse portare punti, e tanti, e successi tutto potrebbe essere rimesso in discussione. Dalla difesa dei pilastri in estate, eccezion fatta per Alonso, alle scelte tattiche del portoghese. E la situazione, a quel punto potrebbe sfuggire di mano. Il momento è di quelli delicati. Da all in. Il rischio che la stagione possa già esser compromessa a Novembre c’è ed è concreto.
Serve una immediata scossa. O meglio riscossa. Anche perché il dubbio potrebbe ribaltarsi: e se anziché i big ad essere in difficoltà, anziché essere Bernardeschi in crisi o Tello non adatto a quel ruolo, fosse Sousa a non saper sfruttare la rosa che ha a disposizione? Dubbi, perplessità, e nubi da spazzare via in questo ciclo da filotto. A tutti i costi. Ciclo che paradossalmente rischia di esser ancora più difficile di quello che si è concluso ormai due settimane fa. Dove c’erano forse meno aspettative e meno pressioni. Ora non si può più sbagliare. E’ arrivato il momento in cui i big si prendano la Fiorentina sulle spalle e tornino a fare ciò che hanno dimostrato di poter e saper fare nella prima parte della passata stagione. Ora o mai più. Il rischio che a novembre sia già tutto finito non può e non deve esistere per una Fiorentina che ha cambiato poco e nulla e che un anno fa di questi tempi volava e che adesso arranca.
Di
Gianluca Bigiotti