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Nuovo tecnico viola: equilibrio e organizzazione tattica le linee guida per la panchina
ANCORA undici partite con Sousa, senza obiettivi particolari se non quello di conservare dignità e amor proprio – si dice ancora così? – in un contesto di classifica ultrapiatta. Undici partite e nel frattempo la Fiorentina avrà le idee più chiare sul nome del nuovo allenatore, che rispetto a Sousa dovrà possedere due qualità specifiche: maggiore equilibrio nella gestione delle partite e, in proporzione, una cura moltiplicata per l’organizzazione difensiva. La Fiorentina è alla finestra, perché i tecnici che piacciono hanno il difetto di essere sotto contratto e quindi la società viola non ha possibilità di incidere né di muoversi, dovendosi limitare ad attendere l’evoluzione dei rapporti fra gli allenatori e le rispettive società. Nel caso di Sarri e Giampaolo – due nomi su cui si va sul sicuro – viene tenuta in primo piano l’attenzione specifica alla fase difensiva, la madre di tutti gli equilibri. Moltissima stima, da parte di Corvino.
L’analisi sul campionato viola è da questo punto di vista impietosa e gli esperimenti sui giocatori adattati in altri ruoli – Sanchez, Salcedo, Cristoforo, più Maxi Olivera e Milic utilizzati a tutta fascia pur essendo per caratteristiche esterni arretrati – hanno aumentato i dubbi e riscaldato i toni del confronto, fino poi a farli sfumare essendo evidentemente inconciliabili le posizioni: come se la filosofia offensiva di gioco avesse avuto sempre la precedenza su tutto, sia per l’utilizzo dei giocatori, sia per la discutibile protezione dei risultati (solo per restare alle partite più recenti, i doppi vantaggi buttati contro Genoa e Torino, più i tre gol di supremazia sprecati in un quarto d’ora contro il Borussia Monchengladbach). E se ormai questo fa parte del passato – il rapporto con Sousa al quale la società assicura comunque il massimo supporto, soprattutto perché non saranno ammessi cali di rendimento, è chiuso in prospettiva – per il futuro l’intenzione è quella di avviare una sintonia con un tecnico tatticamente più equilibrato.
NEL frattempo Corvino sta valutando investimenti su giovani che potrebbero servire, condizionale obbligatorio, per rendere più forte la Fiorentina. Rientrano in questo target i profili di Nikola Milenkovic, classe 1997, difensore centrale del Partizan Belgrado e della nazionale serba, e di Dusan Vlahovic, classe 2000, attaccante del Partizan che qualcuno – dopo aver visto i video su Youtube – ha paragonato con formidabile coraggio a Ibrahimovic. Non Corvino, che sta ancora trattando con i serbi: base di partenza 4,5 milioni per Milenkovic, al quale verrebbe però accordato un ingaggio da quasibaby, mix finanziario funzionale al monte stipendi e in equilibrio con l’investimento considerevole per il cartellino. Trattasi di potenzialità, o di scommesse, da collocare all’interno di un contesto tutto ancora da costruire. Le certezze italiane della nuova Fiorentina saranno in ordine alfabetico Astori, Bernardeschi, Chiesa, Saponara, Sportiello. Tutto il resto si vedrà, in attesa di notizie sul nuovo allenatore, italiano anche lui.