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Nuovo stadio, c’è anche il freno dell’aeroporto a complicare le cose
Non solo l’eventuale (e per ora lontano) cambio di proprietà della Fiorentina; non solo il trasloco della Mercafir. A rallentare l’iter per il nuovo stadio con annessa cittadella viola c’è anche la mancata pubblicazione della Valutazione di impatto ambientale per l’aeroporto di Peretola, attesa da ormai sei mesi. Il fatto è che senza conoscere la geografia esatta dei vincoli non si può sapere dove collocare l’area per la nuova Mercafir a Castello. Quindi il ritardo per l’aeroporto rischia di far slittare anche lo stadio che deve nascere al posto della attuale Mercafir. E questo a prescindere dal fatto che i Della Valle possano continuare a essere o no i proprietari della Fiorentina.
L’annuncio è arrivato in Consiglio comunale, nella risposta dell’assessore Giovanni Bettarini a una domanda del consigliere Mario Tenerani (Fi) sul rischio stop per l’operazione stadio dopo la dichiarazione di vendita dei Della Valle. «Al momento non c’è alcun rallentamento — ha risposto Bettarini — la proposta per lo stadio e la cittadella è della Acf Fiorentina e dal punto di vista del procedimento e amministrativo di chi sia la proprietà del club non è rilevante. C’è l’appuntamento del 31 dicembre entro il quale ultimare la variante al Piano urbanistico esecutivo dei terreni di Castello (oggi di proprietà Unipol, ndr )». Dopo le rassicurazioni però la doccia fredda. «Resta il fatto che attendiamo la valutazione di impatto ambientale per il Vespucci che è fondamentale per definire la variante urbanistica. Noi stiamo andando avanti così da essere pronti quando la Via arriverà. E andiamo avanti anche sulla Mercafir: due settimane fa ho incontrato gli operatori del mercato per fare il punto».
E sul ritardo della Via il sindaco Dario Nardella ha aggiunto: «Non c’è nessun mistero, né ritardo patologico, ma due fatti nuovi, un decreto di maggio che ha recepito la normativa europea in materia e la richiesta di chiarimenti da parte di Enac, che hanno prolungato il parere tecnico. La politica non deve intervenire su un procedimento tecnico. Faremo le nostre valutazioni quando il parere, che auspico positivo, arriverà».