L’ex attaccante portoghese segnò nella finale contro il Parma, ‘regalando’, all’attuale Ct dell’Italia, il suo primo trofeo da allenatore
13 giugno 2001. Nuno Gomes scaraventa in porta il pallone che regala la Coppa Italia alla Fiorentina. Il Parma perse al Franchi anche per merito del portoghese, che si accomodava spesso in panchina, per scelta di Roberto Mancini, alla primissima esperienza da allenatore.
Come ricorda Tuttosport, alla fine nessuno screzio o arrabbiatura, si abbracciarono per la vittoria. La storia di entrambi a Firenze finì qualche mese dopo, oggi sono amici:
Come vede l’Italia di Mancini? “Mancini vinse il suo primo titolo di allenatore grazie a un mio gol. Era la finale di Coppa Italia 2001 contro il Parma, era il mio primo anno a Firenze. Una stagione complicatissima: Mancini arrivò per sostituire Terim a metà annata e non mi faceva giocare. A gennaio ricevetti un’offerta dal Psg, ma rifiutai. Volevo rimanere, pur sapendo che avrei giocato poco. Nel ritorno con il Parma, Mancini mi inserì dopo l’intervallo al posto di Moretti, e feci il gol della vittoria, su assist di Chiesa. Fu il primo titolo per il Mancio e per me in Italia. Alla fine ci siamo abbracciati, un abbraccio bello e sincero, non ci siamo detti niente, non ero arrabbiato per la panchina, ma il messaggio per tutti era che avevo fatto bene a rimanere a Firenze. Gli avevo regalato il trofeo. Dopo ci incrociammo diverse volte a Manchester, quando lui allenava il City e io stavo al Blackburn, frequentavamo posti in comune e abbiamo un buon rapporto”.
Come era da allenatore? “Fu una stagione difficile, c’era molta contestazione e Mancini non finì l’annata dimettendosi a gennaio 2002. Si era però capito che eravamo davanti a un ottimo allenatore. Aveva buone idee ma era anche stato uno dei migliori calciatori della sua generazione: alcune cose gli sembravano molto semplici, quindi non capiva come alcuni di noi non riuscissero a interpretarle come voleva lui negli allenamenti e s’arrabbiava un po’. Glielo dissi: “Mister, a lei sembra facile, ma non tutti riusciamo a fare queste cose”.
È un’Italia giovane, chi apprezza di più? “Insigne mi piace molto, poi sicuramente Chiesa. Anche perché sono amico del papà, un’ottima persona e un grandissimo giocatore. Enrico, oltre a un tiro splendido, aveva una tecnica speciale. Mi impressiona come il figlio gli assomigli in campo, ha uno stile molto simile, riesci ad inserirsi benissimo in mezzo alle difese”.
Di
Redazione LaViola.it