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Numeri, difesa, vittorie sono con la Fiorentina e con Sousa (e c’è chi non lo vorrebbe), adesso serve la continuità

La lezione dello scorso anno è servita e al Castellani la Fiorentina e Paulo Sousa hanno dato una lezione di calcio all’Empoli. Avversario modesto? Forse si, forse no. Di sicuro certi discorsi non si sentivano fare dopo il pareggio casalingo contro la Roma di Spalletti.

Netta, troppo netta la differenza di forze tra la squadra viola e quella azzurra. Partita fatta e sempre in mano alla formazione di Sousa, che ha preparato bene la partita in ogni particolare. I quattro gol hanno segnato il risultato finale ma questo poteva essere più ampio per le tante occasioni create contro le sole due dei padroni di casa con Maccarone.

Una Fiorentina che ha iniziato nel migliore dei modi la prima delle ultime nove gare del 2016, con un Ilicic che dopo essersi sbloccato in Europa League lo ha fatto (con una doppietta) anche in campionato; con un Bernardeschi (doppietta anche per lui) arrivato al sesto gol stagionale, nonostante le critiche delle ultime settimane; con un Ilicic che è finalmente diventato fondamentale per la Fiorentina, e lui ha ancora margini di miglioramento; con un Badelj in mezzo al campo che ha fatto vedere di poter tornare quello dello scorso anno; con un Tello che in fase offensiva ha fatto passare una pessima domenica all’ex Pasqual, ma deve migliorare la fase difensiva per non lasciare troppo solo il compagno di turno (questa volta Tomovic); un Tatarusanu che quando chiamato in causa ha fatto ottime parate, facendosi sempre trovare sempre pronto e in partita.
Ai singoli bisogna sommare la maggior convinzione nelle proprie forze e possibilità, una condizione fisica in miglioramento, una voglia di tornare a sorprendere tutto e tutti, una maggior incisività e concretezza nel gioco e nella sua finalizzazione, che da settimane parte da quel 4-2-3-1 che sembra dare maggior equilibrio a tutta la squadra.

Tutte una serie di situazioni ben mixate, miscelate da Paulo Sousa. Ultimamente molto criticato per alcuni suoi modi di porsi, per il gioco della squadra, per i risultati non esaltanti. C’è addirittura chi si augurava che la Fiorentina perdesse per arrivare a un cambio di panchina oppure sperare nell’arrivo, il prossimo anno, di allenatori come Spalletti e Sarri. Evidentemente in pochi si ricordano del materiale messo a disposizione del tecnico portoghese (inutile negare che la rosa non sia da primi posti della classifica), si dimenticano di leggere bene i numeri che hanno caratterizzato dopo 13 giornate di campionato il cammino della Fiorentina (in Europa League i viola possono conquistare la qualificazione con un turno di anticipo).

Il successo contro l’Empoli è stato il 15esimo risultato utile consecutivo con 8 vittorie, 6 pareggi e 1 sola sconfitta (quella di Torino contro i granata). Di queste 15 partite la Fiorentina contro l’Empoli ha conquistato la sua quarta vittoria consecutiva in trasferta (Bologna, Cagliari, Slovan Liberec e appunto Empoli). Numeri che confermano che la squadra si in crescita, che ha acquisito maggior personalità e carattere.

Già questo dovrebbe far capire molte cose, ma se non bastasse dopo 13 giornate la difesa della Fiorentina è la seconda meno battuta della Serie A con 11 gol subiti, subito dopo c’è la corazzata Juventus a 9. Le altre squadre (le prime dieci in classifica) sono distante 3-4-6 gol dai viola, quindi un cammino sicuramente peggiore. Segno evidente che c’è un gioco che funziona, che ci sono schemi difensivi che permettono alla squadra di subire pochi gol.

Cosa c’è da migliorare? Tante cose, come sempre, sono da migliorare. Nelle ultime gare la Fiorentina ha trovato si maggior concretezza davanti alle porte avversarie ma dopo 13 giornate l’attacco viola è il 9° con 18 gol realizzati. Altra cosa da migliorare è il rendimento della squadra davanti al pubblico amico del Franchi, troppi i pareggi. C’è da migliorare il rendimento di diversi singoli, c’è da migliorare la posizione in classifica (bisogna ricordare che la Fiorentina deve ancora recuperare la gara contro il Genoa), c’è da ritrovare l’entusiasmo e la voglia di crederci che c’era nella prima parte della stagione.

Giovedì al Franchi contro i greci del Paok Salonicco la Fiorentina deve dare continui segnali di crescita e chiudere il discorso qualificazione al turno successivo e poi pensare alla gara di lunedì prossimo a San Siro contro l’Inter. Gara importante, gara difficile ma che la squadra viola può far sua se, come detto, ci sarà una crescita continua di prestazione. A quel punto la stagione della Fiorentina potrebbe cambiare radicalmente.

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