Il gol di Ikoné con il Ferencvaros, il primo sigillo di Brekalo a Napoli. Così Italiano può esultare per il rendimento degli esterni
Alla Fiorentina i giocatori che occupano le due fasce del tridente non si devono chiamare «ali», ma «attaccanti esterni». È il vocabolario di Vincenzo Italiano, uno che sta attento a qualunque dettaglio e, chiamandoli così, vuole precisare che anche da loro si aspetta un po’ di gol. Era uno dei temi più discussi quando, dopo la cessione di Vlahovic, la rosa peccava di cinismo e nessuno riusciva a mettere in porta le tante occasioni create. Al terzo campionato sulla stessa panchina, il lavoro di Italiano sugli esterni sta dando i suoi frutti. Così scrive il Corriere Fiorentino.
A SEGNO. Nico Gonzalez è l’esempio migliore: 6 gol (sui 14 totali in stagione) nella passata serie A; già 5 quelli festeggiati dal 19 agosto ad oggi, più due in Conference. Ma al Maradona si è sbloccato pure Josip Brekalo. Una bella liberazione dopo una stagione difficile, la scorsa, in cui non è mai entrato in condizione. Dopo mesi di lavoro con Italiano, le chance sono aumentate e anche se la Fiorentina non ha un 11 «tipo», in un’ideale formazione titolare è lui a contendersi con Ikoné il terzo posto nel tridente con Gonzalez e Nzola. Anche Ikoné, rientrato da poco, ha segnato una rete (col Ferencvaros), così come ha fatto Kouame (con l’Atalanta). Manca solo Sottil all’appello, tutti gli altri hanno esultato almeno una volta.
LE PUNTE. Tutti questi gol hanno permesso alla Fiorentina di tenere, in campionato, il passo delle big nonostante Nzola e Beltran siano fermi a un solo centro in due. Ieri sera Italiano si è potuto «permettere» di scendere in campo contro i campioni d’Italia facendo riposare il suo giocatore migliore (Nico Gonzalez, appunto) per tutto il primo tempo e gran parte della ripresa senza che questo influisse sul gioco. E con anche un Bonaventura così, il digiuno delle punte fa un po’ meno paura.
Di
Redazione LaViola.it