Bagarre politica sui fondi del Pnrr, in Italia rischiano di saltare tanti progetti e di non arrivare soldi dall’Europa. Sul Franchi…
Rimodulazione della spesa. Cabina di regia unica sui fondi messi a disposizione da Bruxelles. Riprogrammazione degli interventi che difficilmente potranno rispettare la scadenza inderogabile del giugno 2026. La trattativa sul Pnrr fra Roma e Bruxelles sta entrando nel vivo. Ma il confronto non si presenta semplice. Ieri, Raffaele Fitto, ministro degli Affari europei, del Pnrr e del Sud, ha avuto una serie di riunioni con il vicepresidente Schinass e con i commissari Kyriakides e Schmit. Obiettivo: sbloccare almeno la terza rata del piano, congelata dagli euroburocrati in attesa di ulteriori chiarimenti di Roma. In gioco circa 19 miliardi di euro, da sbloccare entro un mese. Così scrive il QN – La Nazione.
CONFRONTO. Ma il problema è molto più ampio. A fine anno, secondo i giudici della Corte dei Conti, non riusciremo a spendere 15 miliardi della quota programmata per il 2023. Invece dovremmo correre come forsennati per evitare di perdere le risorse assegnate, e spendere qualcosa come 45 miliardi all’anno fra il 2024 e il 2025. Impresa estremamente difficile. Tanto che lo stesso ministro Fitto conferma il rischio che «diversi progetti possano non essere realizzati». E confida in un confronto positivo con la Commissione europea.
FRANCHI. Fitto mette la sordina anche alle riserve espresse dall’Ue sui progetti relativi al rifacimento degli stadi a Venezia e a Firenze, previsti nel Pnrr e che la commissione potrebbe bocciare: «Concorderemo una soluzione con Bruxelles». Ottimista anche il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti: «Stiamo discutendo con la Commissione Ue per fare le cose in modo realistico». Mentre il vicepremier, Salvini, chiede all’Europa «di trattare il governo Meloni allo stesso modo di quello di Draghi». Nel frattempo uno spiraglio sulla trattativa lo apre il commissario comunitario, Paolo Gentiloni: «Stiamo lavorando sul dossier, non vogliamo creare divisioni all’interno dell’Ue».

Di
Redazione LaViola.it