“Approfittare della sosta”. Questo il diktat di casa Fiorentina, dopo la doppia ‘scoppola’ tra Sampdoria ed Inter. Cinque gol presi, uno solo fatto, e ultimo posto in classifica. Zero punti dopo due giornate, uno score a dir poco negativo e poco incoraggiante. Senz’altro segnali che non danno quella spinta in più ad un ambiente profondamente rinnovato. Eppure, appunto, ci sono due settimane per poter lavorare. Un gruppo giovane, voglioso di fare e di mettersi in mostra. Buone idee intraviste dalla cintola in su, contro la Sampdoria così come a San Siro. Ma soprattutto tante disattenzioni ed errori nei meccanismi in zona difensiva. Costati cari.
Ecco perché proprio il lavoro sul campo, e la sosta di campionato, danno una mano ad una Fiorentina ancora in fase di costruzione. E non potrebbe essere altrimenti, visto che tanti giocatori sono arrivati da un paio di settimane. C’è da fare gruppo, da fare squadra: Pioli lo ha sottolineato, ma è fiducioso perché il materiale a disposizione è effettivamente buono. Seppur migliorabile. Contro la Samp 19 tiri e 20 occasioni create dai viola, segno che la squadra ha prodotto, pur concretizzando poco. In particolare, si è vista poca collaborazione e tanti individualismi negli ultimi 20 metri: altro segnale di come ci sia da lavorare nell’intesa tra i singoli e tra i reparti.
Difficile in questa situazione fare anche previsioni e stilare gli obiettivi. C’è chi parla di ‘raggiungere quota 40 punti’, chi di squadra che potrà ritagliarsi un suo spazio nella zona medio-alta di classifica. Del resto, quando ci sono tanti giovani e tante scommesse, è dura capire come e quanto si potrà migliorare, a livello di singoli e di collettivo. Corvino è convinto di aver fatto una squadra competitiva, “un gruppo da migliorare nelle successive fasi di mercato”. Anche Pioli, che ha condiviso molte scelte di mercato, è della stesse opinione, e ha espresso l’ambizione di lottare per un posto in Europa.
‘Non guardare la classifica’, così come ‘vivere giornata dopo giornata’, sono vecchi usurati format quanto mai attuali. Nel frattempo, dopo le divisioni degli ultimi mesi, il tifo viola ha risposto presente: applausi e incitamenti dalla Fiesole per la squadra, sia a fine primo tempo che al termine della gara contro la Samp. Un bel segnale, la voglia e la determinazione dei giocatori del resto si è percepita dagli spalti del Franchi. Chiaro che servirà tempo per vedere qualcosa in più. Circa 16.500 gli abbonati totali, 3500 in meno rispetto ad un anno fa (e tra i record negativi dell’Era Della Valle, peggio del 2002-2003 in C2), ma comunque dato cresciuto rispetto alle prospettive di inizio estate. Mentre una buona parte del tifo continua comunque ad essere in forte disaccordo con la proprietà e con l’operato di Corvino.
Già, il dg chiamato alle ultime operazioni di fine mercato. Un paio di esuberi da cercare di piazzare (Mati Fernandez e Rebic), e magari qualche occasione da sfruttare. Perché la squadra, si è visto, è migliorabile, specie in alcuni ruoli precisi. Ieri è arrivato dall’Empoli il terzino destro Laurini: giocatore che darà alternative in più sulla fascia, ma che sulla carta non sposta gli equilibri. In un ruolo in cui forse serviva qualcosa di diverso. Restano, quindi, circa 40 milioni non spesi tra entrate ed uscite (al netto di clausole e riscatti previsti per il 2018), con un monte ingaggi fortemente ridotto. Una sorta di ‘tesoretto’ di fine mercato. Migliorare si può, migliorare si dovrebbe. Ultimi tre giorni di un mercato lungo e complicato, un’estate da rivoluzione totale.
Di
Marco Pecorini