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Non è un disimpegno ma ora tocca al triumvirato Cognigni-Salica-Corvino

Che dovesse succedere qualcosa era nell’aria: l’intervista di Diego Della Valle a L’Economia del Corriere della Sera (‘È il momento di contarsi e prendere le dovute decisioni’), due settimane prima lo sfogo del fratello Andrea dopo il pareggio di Sassuolo e la solita caterva di offese. Ma nessuno si aspettava un ‘mi metto da parte per il bene della Fiorentina’.

Che significa? E soprattutto ora cosa succede? Perché sì, il patron Andrea Della Valle annuncia di volersene stare lontano dal calcio (lontano quanto?); Diego in paradiso al dispetto dei santi (giustamente) non ci vuole stare. Però ci sono anche Gonzalo, il capitano con le valigie in mano, che in lacrime tira bordate ai dirigenti, commuove i tifosi e fa arrabbiare Pantaleo Corvino («sono allibito dalla sua fantasiosa ricostruzione dei fatti», dice il dg); gli ultras che esultano sul web (ma per cosa?) e la Fiesole che invita i Della Valle a ‘fare una conferenza stampa solo voi due e senza intermediari di turno'(!). Allora, come interpretare quello che è stato a tutti gli effetti il venerdì nero della Fiorentina?

Questo crescendo di parole, emozioni, colpi di scena, per forza di cose, avrà uno strascico sul futuro prossimo del club. A partire dalla scelta del sostituto di Paulo Sousa sulla panchina viola (oggi il mister portoghese terrà la sua ultima conferenza stampa a Firenze e chissà se coglierà l’occasione per togliersi qualche altro sassolino dalla scarpa). C’è poi la riposta di Bernardeschi alla proposta di rinnovo del contratto fino al 2022 a 2,5 milioni euro l’anno più bonus. E last but not least l’iter amministrativo per la costruzione del nuovo stadio (con annesse aree commerciali) nell’area Mercafir.

Insomma, l’orizzonte viola è costellato di decisioni importanti: i fratelli Della Valle avranno ancora voglia di esporsi? Che siano delusi dal — parole di Andrea — «contraddittorio malsano» degli ultimi tempi è lapalissiano. A Casette d’Ete l’amarezza nasce soprattutto perché ‘il lavoro fatto in 15 anni di proprietà della Fiorentina’ non è stato del tutto riconosciuto dalla città. ‘Errori — rimarca Andrea Della Valle — ne ho fatti, certo alcuni grandi ma pochi. Allo stesso tempo ho dato tantissime soddisfazioni a Firenze’.

Quello di Adv però, racconta chi gli è stato vicino anche ieri, non è affatto un disimpegno. È da escludere, infatti, qualsiasi ipotesi di vendita: lui, come il fratello, sono a tutti gli effetti i proprietari e continueranno a seguire le vicende del club viola. Ma un po’ più defilati, lasciando al presidente Mario Cognigni, al vice Gino Salica e a Pantaleo Corvino lo spazio per prendere le decisioni giuste in un momento piuttosto delicato.

In soldoni, lo scopo dell’operazione «me ne sto in disparte» è quello di togliere un facile bersaglio ai contestatori seriali, riportando così serenità all’interno e all’esterno della società. Ma c’è anche un altro obiettivo: far scomparire il paravento (‘tanto arriva Della Valle e risolve tutto’) che ha creato più di un alibi, soprattutto nell’ultima stagione. A questo punto, dunque, la parte operativa passa tutta nelle mani del triumvirato (Cognigni-Salica-Corvino): a loro spetta scegliere in tempi brevi l’allenatore (Pioli resta il favorito, nonostante le difficoltà per liberarsi dall’Inter) e risolvere la grana Bernardeschi prima che blocchi il mercato e la costruzione della nuova squadra.

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