
Un punto a Pisa… ed è andata anche bene. Poco a cui aggrapparsi, ora il calendario in campionato è da brividi
Prima doveva essere quella contro il Como la partita della svolta. Finita invece con una sonora contestazione della Fiesole per una non-prestazione della squadra. Poi il derby di Pisa, una gara in cui accendere motivazioni e far valere il (presunto) maggior tasso tecnico. Niente da fare, perchè la Fiorentina ha anzi ringraziato la buona sorte per essere uscita dall’Arena Garibaldi almeno con un punto.
A SECCO. E così la Fiorentina si ritrova con appena 3 punti in 5 partite di Serie A, 3 gol fatti e 6 subiti. Un parco attaccanti che conta anche il vice-capocannoniere dello scorso campionato ancora a secco, un appuntamento con la vittoria ancora rimandato. E poco a cui aggrapparsi. Perché il centrocampo non trova le posizioni giuste e non fa girare la squadra, la difesa scricchiola contro chiunque e anche a Pisa ha concesso occasioni chiare agli avversari. Dell’attacco s’è detto: contro Semper il buon Kean ha trovato il primo tiro in porta del suo campionato (centrale), mentre in altre tre occasioni non ha centrato la porta (sui due gol annullati era ben oltre gli avversari). Insomma, una situazione complicata e perfino grottesca rispetto ad un’estate vissuta sull’onda dell’entusiasmo e delle alte aspettative di tutti. Poi il campo… Il campo ha detto di una squadra, quella viola, incapace fin qui di avere un’identità (tattica e di squadra), figuriamoci di dominare il gioco e il campo come vorrebbe l’allenatore. Prestazioni sempre deficitarie, la Fiorentina raramente ha anche meritato il poco che ha conquistato.
CALENDARIO DA BRIVIDI. E l’orizzonte mette ancor più preoccupazione. Perché dopo il giovedì di Conference (arriva il Sigma Olomouc) al Franchi ci sarà la Roma capolista di Gasperini, poi dopo la sosta la trasferta a San Siro contro il Milan di Allegri, quindi altra uscita a Vienna contro il Rapid e arriverà a Firenze il Bologna dell’ex Italiano, per chiudere un clamoroso ciclo di ferro ancora a San Siro ma contro l’Inter. L’anno scorso la Viola di Palladino seppe esaltarsi e svoltare proprio contro le grandi, ma con un atteggiamento che prevedeva grande compattezza, capacità di difendere tutti insieme e poi ripartire con velocità e rapidità. La sensazione è che non sia solo un problema di testa e atteggiamento (perché contro il Pisa quanto meno la squadra ha lottato, anche se non in maniera troppo continua), ma di convinzione nel tipo di calcio cercato, di trasmissione dei concetti di gioco dall’allenatore alla squadra. Può una partita sola ribaltare una situazione così? Se lo augurano tutti, anche se non sembra facile.
MEZZO SECOLO FA. Anche perché questa è la peggior partenza in campionato della Fiorentina da mezzo secolo a questa parte. Tre punti in cinque partite, senza neanche una vittoria: per ritrovare un avvio così bisogna tornare addirittura la 1977, con la Fiorentina dell’ultimo anno di Carletto Mazzone (poi esonerato alla 12° giornata). Anche quella tra l’altro era una Viola con nomi importanti, reduce dal 3° posto del campionato precedente: Galli, Antognoni, Galdiolo, Tendi, Orlandini, Desolati, Di Gennaro, Caso. Quella Fiorentina si salvò all’ultima giornata… Oggi c’è da invertire velocemente la rotta, magari non per competere per salvarsi, ma per non abbandonare decisamente troppo presto obiettivi sbandierati fin da metà luglio.

Di
Marco Pecorini